Ayman al Zawahiri insieme allo sceicco Osama Bin Laden, ucciso durante il blitz statunitense ad Abbottabad del 2 maggio scorso

Al Qaeda nomina il successore di Bin Laden. E’ il medico egiziano Ayman al Zawahiri, 60 anni, già numero due dell’organizzazione e braccio destro dello sceicco ucciso il 2 maggio, secondo quanto riferisce l’emittente araba ‘al Arabiya’. “Lo Sheikh Ayman al Zawahiri, possa Allah guidarlo – si legge in un comunicato dello stesso gruppo terroristico, citato dalla tv – è stato designato emiro dell’organizzazione”. L’egiziano è ritenuto una delle menti degli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. L’annuncio della sua nomina non arriva inaspettato: massimo ideologo del gruppo terroristico, Zawahiri era considerato l’erede più probabile di Bin Laden, dopo la sua uccisione in un blitz statunitense in Pakistan. L’ultima volta il nuovo capo era apparso l’8 giugno in un video della durata di 28 minuti, nel quale giurava di portare avanti il ‘jihad’, la guerra santa agli infedeli, “sfidando tutti”. I nemici storici, Israele e Stati Uniti, ma anche tutto l’Occidente: “gli invasori delle terre musulmane”, nel nome di “una nazione ribelle che si è risvegliata dal sonno”.

Eppure la sua nomina non era del tutto scontata: secondo alcune fonti, citate dalle tv panarabe, una parte della base dell’organizzazione non si fidava dell’ex pediatra egiziano. Secondo alcuni sarebbe stato lui stesso a tradire Bin Laden, consegnandolo agli statunitensi. Fino ad ora, quindi, capo ad interim era stato un altro egiziano, il cinquantenne Saif al Adel, già ufficiale delle ‘teste di cuoio’ del Cairo, ritenuto l’ideatore dei sanguinosi attentati dell’agosto 1998 alle ambasciate Usa in Kenya e in Tanzania, che hanno provocato in tutto 98 vittime e oltre mille feriti. Le autorità egiziane lo ritengono anche responsabile dell’attentato nel novembre del 1997 a Luxor, nel quale morirono 62 turisti e per il quale è stato condannato a morte in contumacia.

Come Bin Laden, anche Zawahiri era in cima alla lista dei terroristi ricercati dagli Stati Uniti. Il 13 gennaio la Cia lanciò un attacco a Damadola, un villaggio pachistano al confine con l’Afghanistan, dove credeva si trovasse il medico invitato a una cena di leader militanti. Nel raid morirono 18 persone, tra cui cinque donne e cinque bambini, mentre Zawahiri – la cui presenza a quella cena non venne mai confermata – sfuggì all’attacco aereo statunitense. In un messaggio audio dell’aprile 2008, il numero due di Al Qaeda definì le Nazioni Unite “un nemico dell’Islam e dei musulmani” e assicurò che Bin Laden era “vivo ed in buona salute”. Nel gennaio successivo, in una nuova registrazione, l’ex medico medico giurò vendetta per gli attacchi israeliani su Gaza. Il 14 dicembre 2009 Zawahiri rilanciava l’appello a formare uno stato islamico in Israele ed esortava i suoi a “promuovere il jihad contro gli ebrei” ed i loro sostenitori. Un nuovo appello alla guerra santa contro gli Usa e l’Occidente.

Il curriculum terroristico di Zawahiri è quello di un capo. Appartenente ad al Qaeda da più di dieci anni, a 14 faceva già parte dei Fratelli musulmani, il gruppo radicale sunnita che ha ispirato Osama Bin Laden dall’inizio dei suoi studi alla scuola religiosa di Gedda. L’ex medico egiziano fu tra le centinaia di persone arrestate a seguito dell’assassinio del presidente egiziano Anwar al Sadat, il 6 ottobre del 1981. Rilasciato poco dopo, si trasferì in Afghanistan per unirsi alla resistenza dei mujahidin contro l’occupante sovietico. Fu in quell’occasione che entrò in contatto con Bin Laden, insieme a cui diede vita ad al Qaeda. Dal 1996 pende sulla sua testa una taglia statunitense di 25 milioni di dollari.

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