A tre settimane dal suo arresto, Beppe Signori torna a essere un uomo libero. Ieri pomeriggio, alle 15, il giudice per le indagini preliminari ha reso nota la notizia a Cremona. E qualche ora dopo, nell’abitazione bolognese dell’ex capitano di Lazio e Bologna, in via Botrigari, è arrivato l’ufficiale di polizia giudiziaria a notificare la fine degli arresti. “Sono massacrato. Ma felice”, ha commentato l’ex bomber appena ricevuto la notizia, finito al centro dell’inchiesta Last bet , che lo accusa di aver scommesso e finanziato combine per partite truccate di Lega Pro , Serie B e in alcuni casi Serie A.

La revoca dei domiciliari è la conferma della sua estraneità all’organizzazione delle combine e delle scommesse truccate, secondo i suoi legali difensori. “Ora Signori potrà tornare ad avere una vita normale – commenta uno dei suoi avvocati difensori, Alfonso De Amicis -. Non solo gli hanno revocato gli arresti, ma non gli è stata applicata nessuna altra misura restrittiva della libertà personale: si ribadisce quindi che la figura di Signori è estranea alle combine. E da questo momento possiamo cominciare a lavorare con serenità anche noi per dimostrare che Signori non è coinvolto in questa inchiesta. L’esigenza della misura cautelare non c’era neanche al momento dell’arresto, a maggior ragione non c’è adesso”.

Una notizia che ha fatto brillare di gioia gli occhi di tutto il collegio difensore, dato che la revoca delle misure cautelari era attesa già da una settimana. E il ritardo aveva fatto insorgere qualche malumore: “Prendo atto della tardività della decisione rispetto agli altri indagati, forse è il prezzo che paghiamo per aver resistito alle accuse – afferma l’altro avvocato difensore, Silvio Caroli -. Discuteremo la posizione di Signori il 21 giugno davanti al Riesame”.

Il gip, Guido Salvini, ci tiene a precisare che l’impianto accusatorio dell’inchiesta non è stato modificato e smonta ogni ottimismo dimostrato dai legali: “Gli arresti domiciliari di Signori sono stati revocati solo perché sono venute meno le ragioni della misura cautelare, ovvero non esiste pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato”.

Il materiale sequestrato dalla casa di Beppe 200 gol, infatti, sono tutti in mano agli inquirenti: cellulari, computer, indirizzi mail, conti correnti. Materiale che sarà analizzato per capire se l’ex bomber è davvero il fulcro dell’associazione dei bolognesi che scommettevano su partite truccate, come sostengono alcuni degli altri arrestati per l’inchiesta ‘Last bet’. Secondo quanto dichiarato dagli altri scommettitori, ovvero Massimo Erodiani, Marco Pirani, Antonio Bellavista e i due commercialisti bolognesi di Signori, Francesco Giannone e Manlio Bruni, gli incontri tra il gruppetto si sarebbero verificati almeno 2 volte. Ed è proprio a Signori che viene attribuito il ruolo di garante per le scommesse verso il mercato asiatico. La posizione dell’ex bomber sembra quindi addirittura aggravarsi: “La pluralità di incontri con Erodiani e Pirani – commenta Salvini – è un elemento indicativo della sua partecipazione associativa”.

Dalle carte in possesso agli inquirenti, inoltre, non viene meno nemmeno la natura associativa di questa organizzazione a delinquere.

Voglio riuscire a chiarire questo spaventoso equivoco, dimostrando la mia estraneità – aveva invece dichiarato Signori -. Qui c’è gente che ha usato il mio nome come specchietto per le allodole, millantatori coi quali non ho mai avuto nulla a che fare”. Il piacere della scommessa non l’ha mai negato né nascosto (“è il mio approccio alla vita per non appiattirmi”), ma Signori ai suoi avvocati ha cercato di spiegare che fare scommesse non significa truccare le partite, “non è mel mio carattere, non mi appartiene”.

Ieri, inoltre, è stata accolta anche l’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Vincenzo Sommese: per lui il gip ha disposto l’obbligo di firma. Stessa misura per un altro indagato, Gianluca Tuccella. Sul portiere Marco Paoloni il gip deciderà entro un paio di giorni.

Con sentenza del 26 marzo 2019, ormai definitiva, il Tribunale di Cremona ha assolto Marco Paoloni dal reato di cui all’art. 440 c.p., perché il fatto non sussiste e lo ha prosciolto, per intervenuta prescrizione, in relazione agli altri reati contestati”.

Aggiornato da Redazione Web

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