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Moratti, per dignità ritirati

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La giornata era iniziata con l’invito del leghista Davide Boni ad “abbassare i toni sulla campagna elettorale di Milano”. Un leghista che chiede di abbassare i toni è già il segnale che la giornata non promette niente di buono, passano poche ore e Letizia Brichetto (in arte Moratti) dice a Giuliano Pisapia sei stato condannato per furto. Lo dice pochi secondi prima della fine della trasmissione per non concedere nessun contraddittorio, com’è normale per una classe politica che si è costruita culturalmente sugli stacchetti pubblicitari, sui quiz prima del gong.

Abbassare i toni, si era detto. Ma l’atteggiamento di Letizia non stupisce: “abbassare i toni” per la metastasi che è il berlusconismo in Italia (e la Lega in grembiule a fare da cameriera) significa non sputare, non ruttare e non prendersi a ceffoni: la bugia è ammessa. La bugia è la pietra focaia per accendere il falò dell’insinuazione e della delazione. Dì una cosa, ripetila all’infinito e diventerà una mezza verità. Al massimo, se non funziona, sarà una “valutazione politica” (agenzia Adnkronos di donna Letizia delle ore 17.48).

Ci eravamo abituati a sentire le bugie del capocomico in mondovisione negli ultimi anni: in fondo l’avevamo capito tutti che probabilmente sono gli effetti collaterali dei farmaci per la sua terapia della disfunzione erettile. Ma vedere la Moratti scimmiottare il proprio padrone con il dilettantismo dell’eterna incompiuta e dell’alunna che ha svolto bene il compitino non è sopportabile: la Moratti condannata (lei sì) dalla Corte dei Conti a restituire all’ Erario 263mila euro “per gli incarichi esterni a non laureati o soggetti con precedenti incarichi finiti male” che stanno tra le consulenze spartite durante il suo mandato di sindaco, la Moratti che negava di sapere della Bat-casa del Bat-figlio dove invece andava a farsi un bat-tuffo in piscina, la Moratti ha negato per anni la mafia mentre le mafie si compravano Milano.

La III Corte d’Assise d’Appello di Milano presieduta dal dott. Luigi Maria Guicciardi nel procedimento n. 76 del 1985 ha assolto Giuliano Pisapia per non aver commesso il fatto. La sentenza recita alle pagine 1562 e 1563: «In conclusione non vi è prova – né vi sono apprezzabili indizi – di una partecipazione del Pisapia, sia pure solo sotto il profilo di un concorso morale, al fatto per il quale è stata elevata a suo carico l’imputazione di furto, dalla quale l’appellante va pertanto assolto per non aver commesso il fatto». Tale sentenza di assoluzione con formula piena è passata in giudicato ed è quindi definitiva.

Quindi la Moratti oggi è bugiarda e certificata.

Ci chiedevamo se Milano meritasse di avere un Lassini consigliere comunale  e rischiavamo di dimenticarci una bugiarda come sindaco.

Ritirati Letizia, per dignità.

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