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Adro ha bisogno di un sindaco come Lancini?

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Insulti padani? Ci siamo abituati, non sono una novità. Però su carta intestata non si può neppure se sei il sindaco di Adro, quello del “non paghi, non mangi” alla mensa scolastica, quello della scuola riempita di simboli della Lega che se non ci fosse stata la denuncia fatta dal sindacato sarebbe ancora tale e quale. Per sei mesi il sindaco padre padrone Oscar Lancini si è comportato come se banchi, cestini, zerbini e pareti fossero cosa sua.

Così come ha fatto in questi giorni inviando una lettera nelle case del paese, con la quale  ha attaccato in modo evidente la Camera del Lavoro di Brescia. Peccato che tutto sia stato fatto su carta intestata del Comune e verosimilmente realizzato da personale del Comune e dunque pagato dai cittadini.  Un utilizzo piuttosto disinvolto delle risorse pubbliche. La Cgil ha denunciato  il sindaco per peculato. Lancini tra l’altro, nella sua missiva, invita gli iscritti a restituire le tessere al sindacato.

Ma il tema non è solo questo. Piuttosto: ma c’è proprio bisogno di un sindaco come Lancini? Ma a chi giova? E chi sta sopra di lui, ad un certo punto, non potrebbe dire basta? Anche nell’interesse della stessa Lega Nord che, ritenendosi ormai a tutti gli effetti un partito di governo, forse, potrebbe anche ambire a crescere (e non solo numericamente).

Inutile aspettare un intervento del prefetto di Brescia Livia Narciso Brassesco Pace
che anche nella vicenda dei Soli delle Alpi si era limitata a dire che avrebbe agito per “compenetrare l’interesse delle parti” ma senza specificare se quelle “parti” comprendono anche i cittadini che pagano le spese di ogni palazzo del Governo d’ Italia e lo stipendio di ogni rappresentante del Governo.

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