Mentre Massimo Ciancimino oggi pomeriggio, a Parma, rispondeva alle domande dei pm palermitani, la polizia scientifica ha trovato nella sua abitazione di via Torrearsa, a Palermo, dell’esplosivo. Precisamente tre candelotti di dinamite, sotterrati nel giardino di casa.

A dare indicazioni sulla presenza dell’esplosivo nella sua lussuosa abitazione sarebbe stato lo stesso figlio di don Vito, nel corso dell’interrogatorio avvenuto oggi in carcere a Parma, alla presenza di Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, Paolo Guido e dell’avvocato difensore, Francesca Russo.

Secondo la versione che Ciancimino ha dato, avrebbe ricevuto l’esplosivo la settimana scorsa e non avrebbe detto niente per non creare allarme. La perquisizione nella casa palermitana è scattata proprio un’ora dopo l’arrivo dei pm in via Burla, svolta dalla Dia e dagli artificieri. Ma al termine dell’interrogatorio, durato oltre 3 ore, l’unica a rispondere alle domande della stampa è stata la Russo, arrivata a difendere il suo cliente direttamente da Palermo: “Non c’è nessun burattinaio dietro Massimo Ciancimino”. L’avvocato smentisce ogni ipotesi di raggiro nei confronti del suo cliente e della magistratura palermitana. E’ l’unica a parlare dopo l’interrogatorio  durante il quale i è stato chiesto al figlio dell’ex sindaco di Palermo di motivare la presenza di un presunto falso nei documenti da lui consegnati in procura, riguardante il coinvolgimento dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro nei rapporti tra Stato e mafia.

“Ciancimino nega fermamente di aver falsificato dei documenti – spiega l’avvocato -. Ne tanto meno dice di aver mai depositato in Procura dei falsi: non ha fatto altro che consegnare i documenti posseduti da suo padre, o almeno quelli ritrovati. Non nega la veridicità della perizia, nel quale non entra nel merito e sulla quale verranno fatte le opportune verifiche, ma respinge qualsiasi ipotesi di burattinaio che trami alle sue spalle o alle spalle della magistratura palermitana”.

L’avvocato di Ciancimino conferma la tranquillità del suo assistito, che è sarebbe addirittura stupito da quanto successo: “Confida nella giustizia e nella magistratura: continuerà a collaborare dicendo tutto quello che conosce in merito, come del resto sta facendo da tempo. Quando l’hanno fermato, ieri, era assolutamente tranquillo, proprio perché non ha nulla da nascondere”. Certo è che domani, alle 10, sempre dentro al carcere di via Burla incontrerà il giudice per le indagini preliminari di Parma, che dovrà convalidare il suo arresto, per pericolo di fuga. Anche l’avvocato, Francesca Russo, si lascia sfuggire che la convalida del fermo sia un’ipotesi quanto mai probabile.

Massimo Ciancimino è stato fermato ieri dalla Dia di Palermo, in collaborazione con la squadra mobile di Parma, lungo l’autostrada che collega Bologna a Milano. Il figlio del boss stava infatti raggiungendo con la famiglia la Costa Azzurra, in Francia, per trascorrere le vacanze pasquali, accompagnato come sempre dalla sua scorta. Pochi chilometri dopo il casello di Parma, verso Fidenza, la polizia ha fermato la scorta e portato Ciancimino in questura, con la denuncia di calunnia pluriaggravata nei confronti di De Gennaro. Da qui, dopo aver compilato tutti i documenti, è stato portato in carcere. Ironia della sorte, all’interno della stessa casa circondariale si trovano altre due “vecchie conoscenze” della mafia siciliana: Filippo Graviano e Bernardo Provenzano.

di Caterina Zanirato

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