Occhi puntati sul New York Times. E solo sulla piattaforma online, perché le copie di carta sono acqua passata. Janet Robinson, presidente della NYTimes Company, ha tirato le somme a sole tre settimane dal lancio del sito a pagamento. Dopo mesi di incubazione e di difficoltà dovute alla flessione pubblicitaria e all’emorragia dei lettori, il principale quotidiano Usa non era più in grado di reggere i costi e le spese della redazione e lo scorso 28 marzo ha deciso: su Internet la consultazione è gratuita fino a un massimo di 20 articoli al mese oltre i quali è necessario pagare 15 dollari per la lettura da pc, 20 per accedere ai contenuti da tablet.

Tuttavia per il gruppo editoriale, che include anche Boston Globe e l’International Herald Tribune, il primo bilancio è incoraggiante ma ‘non soddisfacente’: in tre settimane infatti il sito ha raggiunto solo 100mila abbonati. Su base trimestrale il profitto netto è di 5,5 milioni di dollari e ha registrato un calo del 57.6 per cento. Pollice verso anche per i ricavi, che hanno subito una flessione complessiva del 3,6% assestandosi sui 566,5 milioni di dollari.

Se il bilancio non corrisponde al risanamento dei conti, per la Robinson si tratta comunque di una battaglia vinta, grazie alla tendenza positiva sull’advertising online: infatti gli inserzionisti sulla carta sono calati del 7,5 per cento mentre gli investimenti pubblicitari sul sito sono aumentati del 4,5. Segnali che la dirigenza del NYT definisce “incoraggianti”. Meglio fare buon viso a cattivo gioco visto che la perdita di copie è in progressiva crescita sul mercato americano e la pubblicità fatica a trovare inserzionisti che scommettano ancora sulla circolazione cartacea del giornale, ormai in caduta libera rispetto alla consultazione dal web. Il gruppo NYT ha comunque fatto sapere che, nonostante i numeri non siano ancora sufficienti per un bilancio positivo, la decisione di lanciare gli abbonamenti per pc e tablet ha avuto più successo rispetto alle previsioni della vigilia, anche se il Wall Street Journal di oggi, dopo l’analisi dei dati, constata soltanto la diminuzione dei profitti. Considerazioni parziali visto che i centomila lettori a pagamento di oggi sono un terzo dell’obiettivo del NYT per arrivare al pareggio di bilancio e sono stati raggiunti dopo sole tre settimane.

L’editore del quotidiano Arthur Ochs Sulzberger Jr aveva ricordato a fine marzo che il traguardo dei 300mila non sarebbe stata “una scommessa da raggiungere entro fine anno” e che la sfida sarà confermare la solidità della formula dal 2015 in poi. L’incognita maggiore, oltre ai trend delle news online e alla valutazione dei contenuti da parte dei lettori, riguarda il futuro degli inserzionisti che potrebbero chiedere di raggiungere ‘di persona’ gli abbonati come forma di advertising ‘premium’. E questo allontanerebbe potenziali lettori, che intendono evitare pubblicità indesiderata e tutelare la privacy. Tuttavia gli sforzi di sfondare nel mercato delle news saranno incoraggiati da un investimento di 13 milioni di dollari nel settore marketing entro dicembre, focalizzato sugli abbonati e non sui visitatori. Nonostante oggi i lettori possano leggere 20 articoli al mese gratis, il traffico è di fatto crollato fino al 30 per cento dopo il 28 marzo. Se prima erano le pagine viste e gli utenti unici a procacciare i contratti adv, oggi sono gli abbonati. Anche se la guerra è ancora lunga, per ora il NYT può vantarsi di avere battuto The Daily di Rupert Murdoch, il primo giornale per iPad affossato dal flop di sottoscrittori e contenuti. E anche se Robinson & Co porteranno a casa 300mila abbonati, la sfida fra titani dei media sarà con Arianna Huffington, oggi ai vertici del colosso America On Line.

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