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Se tornano i fascisti, tornano i partigiani

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Qualcuno dirà che già siamo sotto il nuovo regime fascista grazie alle xenofobie e omofobie della Lega Nord. E ci può anche stare visti i suggerimenti di Borghezio in Francia. Ma senza andare tanto lontano da casa mia (Palermo), qualche settimana fa è successo qualcosa che mi ha lasciato l’ennesimo disgusto fascista.

23 marzo 2011, ore 15:30: alla Mondadori Multicenter di Palermo, la presentazione del libro Nessun dolore di Domenico Di Tullio, militante di CasaPound, organizzazione che si è sempre professata come apartitica e apolitica. In piazza Verdi (quella del Teatro Massimo), la polizia in assetto antisommossa è già schierata con scudi e manganelli. Svariati cordoni di poliziotti proteggono via Ruggero Settimo (dove ha sede la Mondadori) e le sue vie laterali, per evitare il contatto tra antifascisti e militanti di CasaPound. I primi antifascisti accorsi sono alcuni cittadini curiosi, rappresentanti del sindacato Slai Cobas e i militanti dei Collettivi Studenteschi delle scuole superiori. Una quarantina tra ragazzi e ragazze e anche qualche non più giovanissimo.

Dall’altra parte sono almeno un centinaio le “teste nere” accorse. Molti sono militanti arrivati per l’occasione da Roma e da Catania, secondo le voci che girano in strada. Cosa molto probabile, visto che a Palermo (grazie ad un tessuto antifascista ben radicato) i militanti di CasaPound sono pochissimi e capeggiati da Francesco Vozza, studente presso la facoltà di Lettere e Filosofia. Iniziano i primi cori contro CasaPound, Francesco Vozza e il consigliere comunale Raoul Russo (Pdl) che ha appoggiato, con la sua influenza politica, la presentazione del libro. La tensione ormai sta per esplodere: sono le 16:00 e ci si aspetta che da un momento all’altro arrivino i “rinforzi” dallo Studentato Occupato Anomalia di via Archirafi.

Tra un coro e l’altro, gli antifascisti cercano di evitare il più possibile lo scontro con la polizia. Ad un certo punto, un coro inequivocabile: “Siamo tutti antifascisti!”. I rinforzi sono arrivati. Sono circa una cinquantina e tutti facenti parte dell’Assemblea Autonoma Palermitana. Schierati come i legionari romani (paradosso), si attestano innanzi ai cordoni di polizia all’entrata di via Ruggero Settimo. Pochi secondi, il lancio di qualche oggetto e la polizia li carica. Momenti di adrenalina pura, scudi infranti e caschi rotti. Arriva anche il momento dei lacrimogeni. La polizia avanza svariate volte con le camionette blindate con copertura di lacrimogeni sparati ad altezza uomo per disperdere gli antifascisti. Tra le forze dell’ordine, anche chi lancia un sasso e viene allontanato verbalmente ma “solo” dopo averlo tirato. Sono almeno cinque le cariche della polizia, poi quasi tutti vengono dispersi per le vie del centro città.

È di qualche giorno fa la notizia che un pugno di politicanti del Pdl (più uno di Fli) vogliono abolire il reato di apologia del fascismo, definito come “reato d’opinione” (dagli stessi sostenitori del Ddl sulla riorganizzazione fascista). Però, come scrive Maurizio Aversa“la rinascita di un partito chiamato fascista non appartiene al campo delle opinioni”. In conclusione, se davvero CasaPound si professa apartitica e apolitica, liberi di fare tutte le presentazioni ed eventi. Ma visto che l’antifascismo è militante (e non da rivoluzionari da tastiera), se torna il partito fascista, torneranno anche i fucili partigiani.

di Tony Troja

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