Il soldato Richard, 36 anni, è un reduce di guerra. Oggi ciondola in una casa per reduci del New Hampshire in Inghilterra. E’ un uomo in fuga da se se stesso e dai suoi fantasmi. I problemi nascono da due incidenti avvenuti nel 2004 , durante al guerra in Iraq. La prima volta Richard vede morire un compagno durante una sparatoria con gli insorti , la seconda volta , il convoglio che sta scortando viene disintegrato da un kamikaze che fa brandelli soldati e civili.

Da quel giorno il militare comincia a diventare esitante, impacciato, specie durante le perquisizioni. Il contatto fisico con chi potrebbe stringerlo in un abbraccio letale e farsi saltare con lui lo paralizza. Una “sindrome” che contagia i suoi compagni, e che è qualcosa di diverso dalla paura, perché può colpire anche i più coraggiosi.

Congedato definitivamente dall’esercito e mollato anche dalla fidanzata, oggi Richard avrà un’opportunità grazie a un consorzio italiano di cooperative sociali. Nato a Perugia nel 1997 sul terreno del volontariato cattolico, “Abn” si occupa del reinserimento delle persone ‘svantaggiate’ (dai tossicodipendenti ai disabili fisici, mentali oppure sociali come le vittime della tratta) impiegandoli in vari settori, dal catering ai servizi alberghieri, dalla manutenzione dei giardini ai servizi di pulizia, ma l’idea che ha conquistato gli inglesi è stato il progetto “Milletetti” , cioè il “fotovoltaico diffuso”, l’istallazione di un impianto da 3 kwp – sulle abitazioni private di intere comunità, come quella del Casentino

“Il primo contatto” racconta Marco Gargiulo di Abn “è avvenuto fra noi e “Our Enterprise” una impresa sociale inglese che era interessata al progetto ‘Milletetti’. Quello che li ha stupiti è che il progetto venisse attuato da persone con problemi di tossicodipendenza e in genere di disagio psichico.

A differenza dei ‘laboratori protetti’ che non producono un vero reinserimento , ‘Milletetti’ ci ha permesso di offrire a queste persone un lavoro produttivo e quindi un occasione di riscatto all’interno della comunità . Attraverso “Our interprise” il nostro presidente, Roberto Leonardi è entrato in contatto con “Groundwork” una charity, che, su scala nazionale, si occupa di vari tipi di disagi: da quelli giovanili ai veterani”.

I tre partner non hanno perso tempo. “Our Enterprise” ha formato una cordata per comprare , nella città di Gosport, un ex-ospedale militare dismesso da anni, “Royal Haslar”, e riconvertirlo in un complesso ad uso residenziale. Una volta ristrutturato, i veterani, potranno abitarlo da soli o con le loro famiglie, seguire terapie di recupero, socializzare e partecipare a programmi di reinserimento lavorativo.

Fra questi c’è ‘Milletetti UK’ un progetto di istallazione del fotovoltaico che , co-gestito

da “Abn”, dovrebbe vedere una sua prima applicazione sperimentale proprio a “Royal Haslar”.

A montare i pannelli saranno 10 squadre – ognuna composta da un veterano e da due civili – che permetteranno agli ex-combattenti di fare un vero lavoro e di reinserirsi nella società .

Un paese come il nostro, che ogni due per tre brucia turiboli al “made in Italy” , dovrebbe essere fiero del fatto che la “Perfida Albione” , cioè un paese con una tradizione militare molto vecchia del nostro, adotti per i suoi reduci un progetto e un know how tutti italiani invece “piovono pietre” : ”Abn” , è uno dei soggetti più colpiti dalla legge-Tsunami che, fiduciosa nel nucleare, ha congelato gli incentivi al fotovoltaico.

“Il danno è clamoroso” dice Marco Gargiulo “perché le banche hanno bloccato tutti i finanziamenti ai nuovi impianti e a un’ attività che, a differenza delle tradizionali imprese sociali pagate dall’elemosina pubblica , è sostenibile e competitiva sul mercato.”

Oggi chi ha deciso di sostenere le cooperative sociali è Banca Prossima “E’ in gioco il futuro di 300.000 persone” dice Marco Morganti “le cooperative sociali non hanno accesso alla cassa integrazione ordinaria e solo in pochissimi casi hanno accesso a quella in deroga”.

Accade così che molti presidenti di cooperative sociali, pur di continuare a pagare gli stipendi ai soci, arrivino ad offrire come garanzia alle banche beni personali come la casa o il podere in campagna. Gli enti pubblici che ormai pagano con ritardi di 700 o 800 giorni e i pagamenti mancati – 25 miliardi – stanno mettendo in ginocchio un intero settore, quello del no-profit , che non ha i paracadute garantiti alle imprese for profit.

“Per questa ragione” dice Morganti “abbiamo fatto un accordo con un consorzio fidi (‘Cooperfidi’ che unifica la cooperazione rossa e quella bianca) con cui Banca Prossima anticiperà alle cooperative sociali il denaro delle fatture non pagate dagli enti pubblici, limitatamente alla quota finalizzata al pagamento degli stipendi”.

Una misura a tempo che , nel deserto dello stato sociale italiano potrebbe ridare un po’ di fiato al no-profit e ai fragili ma ostinati combattenti delle cooperative sociali.

“Pensate che un ex-tossicodipendente, entrato nel nostro sistema produttivo, è cresciuto fino a diventare presidente della sua cooperativa” racconta Marco Gargiulo “oggi questa persona è consigliere d’amministrazione, vive una vita serena e stabile e sarà gente come lui che nei prossimi mesi aiuterà il soldato Richard a uscire dal tunnel”.

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