Vi ricordate il polpo Paul? Divenne famoso durante i Mondiali di calcio perché si diceva fosse in grado di predire il risultato delle partite. Dell’oracolo, ormai estinto, restano le epiche gesta e una strada a lui intitolata sull’Isola d’Elba.

In pieno carnevale, ieri a Milano è apparso il suo erede: il polpo Rob, detto anche Firmigoni. Una piovra ciellina dai mille tentacoli di stoffa e le lunghe mani che tengono ben salde enormi penne pronte a fare firme, rigorosamente false. Il suo volto? Quello di Roberto Formigoni, presidente abusivo della Lombardia. Esattamente un anno fa, il 1 marzo 2010, fu depositata la documentazione del listino di Formigoni per le elezioni regionali. Era corredata da falsi di ogni tipo, lo denunciammo e per alcuni giorni il più radicato sistema di potere che la Lombardia ricordi tremò per l’esclusione del suo leader.

In attesa del pronunciamento dei Tribunali, ieri abbiamo celebrato l’anniversario manifestando davanti al palazzo della Regione per chiedere verità e giustizia, insieme al polpo Rob e ai compagni Radicali della Lombardia. Poco prima, all’interno del Consiglio regionale, Marco Cappato e io siamo stati espulsi dall’Aula. Mentre la Lega barattava il suo ostruzionismo contro la legge che celebrava l’Unità d’Italia in cambio dell’istituzione della festa della battaglia di Legnano (!), abbiamo chiesto una Commissione d’inchiesta per le truffe elettorali, ricordando che lo scandalo non è tanto la Minetti nel listino, quanto le mancate dimissioni di Firmigoni. Lo scandalo massimo è quello per cui chi viola la legge è premiato mentre chi la rispetta è fatto fuori: accadde alle regionali, quando noi fummo esclusi perché ci eravamo rifiutati di raccogliere illegalmente le firme, mentre chi aveva partecipato alle elezioni con firme false, su moduli in bianco e senza pubblico ufficiale, ora governa indisturbato.

Nei giorni scorsi avevo invitato i segretari di partito che si dichiarano “opposizione” di partecipare la presidio, senza lasciarci l’esclusiva della difesa della democrazia e del diritto. In risposta neanche un cenno, così che le uniche presenze sono state quelle a titolo personale del consigliere regionale Civati del Pd e di un consigliere dell’Idv.

A Bersani
, Di Pietro, Vendola e Fini voglio dire che hanno commesso un errore politico e perso un’altra occasione: per la terza volta in dodici mesi Marco Cappato e i radicali milanesi erano riusciti a rompere il muro di silenzio che protegge Firmigoni. Nelle altre occasioni, per salvarlo dall’esplosione dello scandalo, fu necessario prima un decreto legge e poi una puntata di Annozero in cui Firmigoni fu accreditato nel suo ruolo istituzionale senza che nessuno dei presenti chiedesse conto delle truffe elettorali grazie alle quali è in carica. Oggi, dopo l’inchiesta di Presa Diretta di domenica scorsa, è bastato lasciarci soli. Se volessero, i “grandi” partiti, con la prova documentata di oltre 600 firme false, potrebbero mandare a casa Formigoni e la sua giunta senza aspettare i tribunali. Se non cedesse da solo, sarebbero sufficienti dimissioni di massa dei consiglieri regionali. Invece niente.

E così Firmigoni ieri ha potuto liquidare la storia in questo modo: “Ma chi sono i Radicali? Non mi sembra siano presenti in consiglio regionale, sono dei privati cittadini che da mesi stanno berciando alla luna”. Insomma, durante le elezioni il presidente abusivo della Lombardia ci riteneva cosi importanti da aver ordito un complotto ai suoi danni manomettendo i moduli; oggi che è noto che le firme false sono le sue, ci esorcizza con l’irrilevanza. E’ la caratteristica comune di tutti i potenti prepotenti, che hanno come unico parametro il potere. Siamo fieri di non condividerne con lui alcuna fetta e fieri che non ci conosca. Quelli che lui conosce bene hanno altri nomi: il faccendiere Lombardi, il prefetto di Milano Lombardi, il presidente di Corte d’appello Marra, i giudici civili, e poi editori, giornalisti, conduttori televisivi e molti altri.

Al polpo Rob tengo a ricordare che era amico riconoscente di Saddam e attento agli affari di “Oil for food”  proprio negli stessi anni in cui i Radicali erano invece al fianco dei compagni curdi che venivano sterminati dal dittatore iracheno. Quanto ai “privati cittadini”, lo erano anche quelli che hanno manifestato, sino a farli cadere, contro i dittatori del sud Mediterraneo.

Caro Polpo Rob, vedremo chi, alla fine, si ritroverà a berciare alla luna.

IL DISOBBEDIENTE

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