“Surreale: una soap opera con protagonista Berlusconi”. Con queste parole, lo scorso 23 gennaio, il New york Times descriveva, in prima pagina, l’Italia degli ultimi mesi, impantanata nei sexy-gate del premier. Una situazione politico-giudiziaria-scandalistica in cui “Berlusconi appare sempre meno come il leader di una democrazia dell’Europa occidentale e sempre più come un personaggio da dramma della Roma imperiale”. La corrispondente dalla Capitale, Rachel Donadio, non si limita ad analizzare il fenomeno del berlusconismo e del Bunga bunga. E cerca di spiegare la “psicologia collettiva” che permette al Cavaliere di saltare di scandalo in scandalo restando ben “arcionato” alla sua poltrona: mancanza di un’opposizione, una cultura della sopravvivenza radicata e impastata a una rassegnazione fatalistica, una “intrinseca cultura cattolica del perdono”. Una “commedia surreale e tragicomica”, dunque, in cui “fatti e finzione, realtà e reality televisivo si confondono, in una terra in cui apparenza e realtà sono a lungo rimaste nebulose”. Eppure, conclude la giornalista, “i dettagli di questo scandalo si stanno dimostrando eccessivi almeno per alcuni italiani, comprese migliaia di donne”. Come dire: eppur qualcosa si muove.

E in effetti dal 23 gennaio a oggi qualcosa è successo.“Dimettiti per un’Italia libera e giusta”, questo il messaggio rivolto al premier da 10.000 cittadini. Il 5 febbraio sono arrivati al PalaSharp di Milano da tante città italiane. Una risposta all’ appello lanciato da Libertà e Giustizia cui hanno risposto intellettuali (Gustavo Zagrebelsky, Umberto Eco, Roberto Saviano), esponenti del sindacato (Susanna Camusso), giornalisti (Gad Lerner).

Non si tratta di un momento isolato. Ieri è toccato al Popolo viola portare il dissenso fino alla residenza di Arcore. Una sfilata colorata e con tanti manifesti goliardici, ma con una richiesta precisa rivolta al premier: “Dimettiti”. Dai palchi alle strade fino ai balconi, le manifestazioni anti-premier cambiano pelle ma non si arrestano.“Esponiamo un lenzuolo sul balcone di casa con su scritto “dimettiti”, l’incitamento di un cittadino è comparso sul sito on line di MicroMega. Un gesto civile e democratico per esprimere lo sdegno. L’idea circolava sul web da giorni e adesso è diventa una campagna con un nome (“Contagio democratico!”), e un punto di aggregazione. Il lettore si augura “che il contagio del lenzuolo bianco cominci al più presto e accompagni da qui al 13 febbraio la preparazione della manifestazione delle donne”. E ancora: giovedì scorso l’attrice Lucrezia Lante della Rovere, una delle testimonial del movimento delle donne, lancia un’iniziativa simile nel corso della puntata di Annozero. Propone “di mettere delle bandiere con scritto basta alla pornocrazia”. Parole diverse con un comune denominatore, l’ imbarazzo per il comportamento del Cavaliere.

L’appuntamento del 13 febbraio coinvolgerà tutte le città del Paese. “In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani”. Così si legge nel sito “Se non ora quando”. Un messaggio contro la vulgata berlusconiana che impone l’immagine della donna come oggetto da utilizzare per il proprio piacere. Se qualcosa ancora non s’è mosso, forse si muoverà.

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