Brusco stop al confronto sulla giustizia tra finiani e Pdl. Il dialogo sullo scudo per il premier si è interrotto, spiegano fonti di Futuro e libertà, perché sarebbe in atto “un’attività di dossieraggio contro il presidente della Camera”. Sotto accusa la pubblicazione in prima pagina su Il Giornale e Libero di oggi di un documento proveniente dall’isola di Santa Lucia che attribuisce a Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, la proprietà della società off shore a cui appartiene la casa di Montecarlo. Il presidente della Camera ha detto ai suoi collaboratori: “Quel documento è una porcata, un falso”, frase poi smentita dal suo portavoce.

Di documento “che dimostra infiltrazioni da parte dei servizi o di soggetti a loro vicini” ha parlato il deputato di Futuro e libertà Enzo Raisi. In un articolo sul sito del Secolo d’Italia, il direttore Flavia Perina si chiede da chi siano stati inviati a Santa Lucia gli agenti dei servizi e della Guardia di finanza di cui ha scritto Il Giornale nei giorni scorsi. Mentre il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino ha commentato: “Non c’è alcuna ragione per metterci a costruire un percorso comune con chi ha organizzato un’operazione di dossieraggi falsi contro il presidente della Camera”.

E tra finiani e Pdl è scontro aperto. “Se qualcuno pensa che ci sia stato un dossieraggio, vada dalla magistratura – ha detto Ignazio La Russa, uno dei tre coordinatore del Pdl – l’unico dossieraggio è durato mesi ed è quello sulle presunte fidanzate di Berlusconi portato avanti per mesi da Repubblica”. Secondo Sandro Bondi, altro coordinatore del Pdl, “sulla base delle ultime notizie è interesse di Fini dare alla stampa una risposta chiara, tale da fugare ogni dubbio”. Duro verso Fli è Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati Pdl, che ha ha detto: “Condizionare il confronto sulla giustizia alla cessazione delle inchieste de Il Giornale sulla vicenda della casa di Montecarlo è una scelta pericolosa, arbitraria e ricattatoria”.

Negli ultimi giorni il ministro Angelino Alfano e Italo Bocchino, sul versante politico, e Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno, sul versante tecnico, avevano avviato colloqui e approfondimenti per definire un’intesa per mettere al riparo Berlusconi dalle vicende giudiziarie cui è interessato. Secondo i finiani, a fronte della loro disponibilità ad armonizzare i rapporti all’interno del centrodestra, si è registrata un’escalation della campagna mediatica contro il presidente della Camera da parte della stampa riconducibile al presidente del Consiglio. E in ambienti vicini a Fini – riferiscono fonti di Fli – si sarebbe venuti in possesso di ”elementi che evidenziano una vera e propria attività di dossieraggio, con utilizzo di ingenti risorse di denaro in Italia e all’estero al fine di produrre e diffondere documentazione falsa”.

Non a caso, oggi il finiano Carmelo Briguglio, componente del Copasir, ha chiesto al presidente Massimo D’Alema che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ”assuma una decisa iniziativa in relazione alla pubblicazione di atti di dubbia autenticità, se non addirittura falsi, formalmente intestati ad autorità di Stati stranieri, con lo scopo di alimentare la campagna scandalistica contro la terza carica dello Stato italiano”. Secondo Briguglio, bisogna fare approfondimenti “sulla possibile partecipazione a questa azione di dossieraggio di pezzi di servizi deviati” ed è “una gravissima anomalia che tali atti siano pubblicati e utilizzati con grande evidenza dal quotidiano di famiglia del presidente del Consiglio per alimentare un’incessante campagna scandalistica ai danni del presidente di un ramo del Parlamento”.

Se questa campagna non cessa, riferiscono le fonti finiane, Fli non è disponibile a discutere di scudi di nessun tipo.

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