Avevo intitolato il primo post su questo blog “Il Paradigma dei Semafori Rotti” per parlare di come il senso civico e la considerazione per gli altri costituiscano un pilastro della convivenza civile di cui tutti in definitiva beneficiano. In paesi culturalmente e socialmente avanzati il senso civico è prevalente nel comportamento individuale mentre in Italia dilagano i furbastri.

Quasi tutti i commenti (con l’occasione ringrazio quelli che hanno scritto) condividevano l’analisi, ma in particolare un lettore che si firmava ZFK aveva menzionato la cosiddetta “Teoria delle finestre rotte” e la tolleranza zero applicata a New York da Giuliani. Tolleranza zero è un concetto controverso per la connotazione autoritaria che evoca. In Italia infatti fu il becero slogan della Lega nei giorni delle polemiche sulle Ronde. Tra parentesi, delle Ronde si è persa la traccia (avete notato che nemmeno Calderoli, Bonaiuti o Capezzone le annoverano tra i successi del governo?), e lo stesso destino hanno subito i poliziotti di quartiere (più rari dello yeti) e l’Esercito nelle strade, ora mestamente ritornato a pelare patate in caserma.

Leggendo quel commento mi ero ripromesso di descrivere una serie di esperimenti condotti in Olanda da Kees Keizer, Siegwart Lindenberg e Linda Steg della Facoltà di Scienze Sociali e Comportamentali dell’Università di Groningen e riportati nel novembre del 2008 in un articolo su Science.

I ricercatori avevano selezionato diverse aree urbane e le avevano rimesse in ordine: ad esempio dipingendo le facciate delle case, ripulendo i muri dalle scritte e curando le aree verdi. Poi gli stessissimi luoghi, erano stati deturpati con scritte sui muri, immondizia, finestre rotte eccetera (avendo cura di mettere per esempio l’immondizia proprio vicino ad un cartello con il divieto di lasciare rifiuti). Insomma erano stati trasformati per dare la netta sensazione di abbandono ed incuria.

I ricercatori avevano poi monitorato di nascosto i luoghi per vedere se gli individui si fossero comportati diversamente a seconda dell’ambiente circostante. In effetti così è stato. Ad esempio coloro che trovavano un volantino pubblicitario sulla propria bicicletta o sulla propria macchina erano più propensi a gettarlo per strada (non in un cestino) quando i veicoli erano parcheggiati vicino ad un muro pieno di graffiti. Lo stesso accadeva se erano parcheggiati vicino ad uno spazio pieno di spazzatura.

Fin qui forse niente di strano, direte voi, e tutto sommato neanche troppo grave. Qualche cartaccia non è un disastro. Ma i ricercatori estesero l’esperimento per verificare comportamenti decisamente più gravi. Per esempio lasciarono una busta con dei soldi in una cassetta della posta. Quando l’ambiente era degradato i soldi venivano rubati con maggiore frequenza.

Insomma anche se la “Teoria delle finistre rotte” non è unanimemente accettata a livello accademico, questi esperimenti tendono a dimostrare che nella realtà il comportamento individuale viene indotto dall’ambiente circostante e dall’impressione profonda che suscita. In un posto dove sembra che tutti ignorino le regole, un individuo tende a fare lo stesso e quindi a dare il peggio di sé. Sporcizia e degrado costituiscono una specie di istigazione a compiere atti poco edificanti e anche qualche crimine vero e proprio. Mentre un ambiente sano induce un comportamento responsabile ed onesto. Non sto dicendo che i criminali spariscono se si piantano fiori nelle aiuole (un ladro incallito ruba anche a Versailles), semplicemente che il senso civico viene influenzato anche da segnali ambientali più o meno subliminali. Violazioni minori incoraggiano violazioni sempre più gravi e pertanto il degrado va bloccato sul nascere quando è relativamente più facile e meno costoso intervenire, senza aspettare che la situazione si aggravi e sfugga di mano.

Possiamo trarre qualche implicazione per l’Italia da questi esperimenti olandesi? A livello locale si legge che Alemanno vorrebbe abbattere Tor Bella Monaca e altri quartieri fatiscenti, seguito a ruota dalla Moratti (la quale non riuscendo a costruire nemmeno una baracca per l’Expo, forse spera di far vedere quanto è brava a demolire).

Forse i soldi per radere al suolo Tor Bella Monaca (ma dove sposterebbe i residenti Alemanno? in qualche sala del Campidoglio?) potrebbbero essere meglio impiegati per rendere il posto vivibile, per rimuovere la sporcizia (che è responsabilita’ del Comune), per invogliare chi volesse aprire un cinema o un luogo di ritrovo, per far pattugliare dai vigili il posto anche di sera, insomma fare una sana ordinaria amministrazione. Che purtroppo non genera titoli sui giornali. Al contrario delle sparate estive.

A livello nazionale l’implicazione si può porre in termini brutali: si inizia con il tollerare il sotterfugio (per quieto vivere, perché non ci si vuole esporre, perché non si ha tempo, perché non sono affari miei) e arriva magari il giorno in cui ci si accorge che i mafiosi governano il paese dopo aver compiuto una serie di stragi e lo tengono in pugno.

Però pare che questa estate un gruppo composto da qualche decina di parlamentari si è stufato di vivere nell’ambiente malsano, che, non va dimenticato, loro stessi hanno contribuito a creare e di cui hanno beneficiato. Nonostante i trascorsi non inducano all’ottimismo, tanto per dirne una, la legge sul “processo breve” venne partorita da una tal Buongiorno (che forse non si vede dal mattino), personalmente non posso che rallegrarmi della sia pur tardiva voglia di pulizia. Ma vorrei sottolineare che non si tratta di spostare la spazzatura da un’altra parte o di nasconderla, né di dare una estemporanea rinfrescatina ai muri. Si tratta proprio di rimuovere i detriti, di mettere ordine e soprattutto di mantenerlo. Compito alquanto difficile visto che ci sono troppi ai quali l’andazzo va benissimo, anzi ci sguazzano e occasionalmente riescono a fregarsi qualche busta piena di soldi.

In sostanza bisognerà sfoderare una determinazione granitica (o Granatica?) per raggiungere l’obiettivo. E quindi, come dice il mago nella vignetta che questa storia mi ha ispirato, le palle di vetro risulteranno un po’ troppo fragili per Fare Futuro.

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