Ormai la cronaca sui telegiornali e sui quotidiani quasi non parla d’altro: il “voltafaccia” di Fini. Fini il liberatore, Fini che finalmente dice basta a Berlusconi, Fini sotto assedio, Fini che si presenta in via D’Amelio per rendere omaggio a Paolo Borsellino, Fini preso di mira dai giornali e dai leccapiedi del Presidente del Consiglio, Fini che non vuole più avere tra le sue file persone coinvolte con la mafia, Fini che finalmente ammette che Mangano non è un eroe.

Wow. Grande. Superlativo. Un politico che sta dalla parte dell’etica, della verità, della politica con la P maiuscola. Non aspettavamo altro. Infatti lo stavamo aspettando da sedici anni. Sedici anni. Buongiorno Fini, dormito bene?

In via D’Amelio, il 19 luglio scorso, vedendo Fini avvicinarsi al gruppo di contestatori delle Agende Rosse, mi è venuto improvvisamente in mente il film Titanic. Frequentavo ancora le scuole medie quando uscì quel colossal al cinema ma ricordo perfettamente la scena dei ricchi signori in prima classe che, messi a conoscenza dell’imminente destino della maestosa nave, si calpestavano a vicenda per raggiungere il prima possibile le pochissime scialuppe di salvataggio disponibili. Due ore prima camminavano impettiti e regali, salutandosi reciprocamente con degli inchini accennati sui pontili dorati della nave e poco dopo si spintonavano in modo tutt’altro che signorile incarnando la frase “mors tua vita mea”.

Chissà perché mi è tornato in mente quel film. E dire che ero una delle pochissime ragazzine che all’epoca non impazziva per Leonardo Di Caprio.

Ma davvero c’è qualcuno che crede seriamente a questo “change of heart” del Presidente della Camera? Sono io che, da ingenua idealista che ero, sono diventata improvvisamente così cinica? O c’è davvero qualcosa che non va? No, perché a questo punto inizio a preoccuparmi. Sono io ad essermi immaginata tutti i voti dei finiani contro le autorizzazioni a procedere per i vari Cosentino e Dell’Utri, i voti a favore delle cosiddette leggi “vergogna” come il lodo Alfano o lo scudo fiscale (tanto per citare le più conosciute)?

Ma Fini ha detto che Mangano non è un eroe, Fini è l’unico che sta facendo opposizione a Berlusconi, mi si dice. Vero. Ma quanti anni sono che Dell’Utri, con il totale appoggio di Berlusconi, ha proclamato eroe un mafioso e definito atto di coraggio l’omertà? Quanti anni sono? Quante possibilità ha avuto Fini di prendere le distanze da quell’affermazione assurda, che continua ad uccidere ad ogni sua ripetizione Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e tutte le persone che sono morte per assicurare alla giustizia persone come Mangano? Perché solo ora?

Dopo il 19 luglio si è parlato molto tra le Agende Rosse riguardo la posizione di Gianfranco Fini. Specialmente dopo che tutti i giornali e le televisioni (con un paio di rare eccezioni, come questo giornale) hanno ricamato sugli applausi che avrebbe ricevuto Fini in via D’Amelio e sul come sarebbe stato apparentemente accolto allo stesso modo di Luigi de Magistris.

Certo Fini non è Marcello Dell’Utri o Renato Schifani. Non ha avuto rapporti diretti con persone che erano già o si sono poi rivelate mafiose. Ed è vero che è il politico che, attualmente e con la sola eccezione di Di Pietro, sta facendo maggiormente opposizione al governo di regime, cercando in qualche modo di rispettare le istituzioni e la Costituzione.

Ma era Paolo Borsellino stesso a metterci in guardia dai politici che non erano ancora mai stati raggiunti da avvisi di garanzia. Era Enrico Berlinguer a parlare di “questione morale”. Era Sandro Pertini che ammoniva la classe dirigente con la frase “la politica deve essere fatta con le mani pulite”.

E mettere sullo stesso piano un Gianfranco Fini ed un Luigi de Magistris (per quanto appena entrato nell’arena politica) mi fa davvero ridere. Dopo avermi fatto incazzare.

Federica

Post scriptum

Tempo fa ho conosciuto tramite Facebook due ragazzi di Generazione Italia, Fabio e Matteo. Volevano darci il loro appoggio per la nostra battaglia e allo stesso tempo volevano avere informazioni sul movimento, come iscriversi e come farne parte attivamente. All’inizio non nego di averli guardati con sospetto, proprio per via dell’associazione di cui facevano parte, caldeggiata appunto da Fini. Ora, dopo averli conosciuti meglio, non solo ho imparato a rispettare e ad ammirare quei due ragazzi, ma soprattutto mi hanno dato un altro pezzettino di speranza, la speranza che un giorno l’Italia avrà davvero una classe dirigente -da destra a sinistra- degna di tale nome.

Ecco, se Fini si facesse da parte, ammettesse che ormai gli errori fatti sono stati troppi e lasciasse il suo posto a questi due ragazzi… quella sì che sarebbe una scelta coraggiosa e altruista per il futuro del suo partito e della sua nazione.

Ovviamente dopo aver fatto cadere definitivamente Berlusconi.

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