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Il nucleare russo e i ‘pompieri’ italiani

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In queste ore la Russia è flagellata da un’ondata di incendi che stanno distruggendo foreste e torbiere. Conseguenze? Intanto la mortalità a Mosca è raddoppiata. Poi, la previsione del raccolto di grano per il 2010 è stata ridotta di circa 10 milioni di tonnellate, da 70-75 a 60-65. Ma ciò che preoccupa e che dovrebbe far meditare è il rischio che siano coinvolte delle centrali nucleari. E’ stato dichiarato lo stato di emergenza per il grande impianto nucleare di Mayak negli Urali minacciato dalle fiamme, che è usato principalmente per il trattamento e lo stoccaggio di scorie nucleari. In precedenza altri due impianti erano stati circondati dalle fiamme ma i vigili del fuoco erano riusciti a circoscrivere l’incendio.

Varrebbe la pena ricordare che gli incendi non sono un’esclusiva dei russi. Vorrei ricordarlo a chi parla, a sproposito, di nucleare sicuro e senza rischi, e dimentica spesso e soprattutto volentieri le specificità e i rischi ambientali del nostro territorio. Le scene degli incendi russi, su scala diversa, le abbiamo viste in Italia nelle estati passate. Non basta che oltre il 50% del nostro territorio sia classificato come zona a medio o alto rischio di incendio boschivo: siccome noi ci aggiungiamo un’attitudine speciale al dolo, all’illegalità e alla speculazione, ogni anno mani criminali appiccano il fuoco.

Mi aspetto si dica che le situazioni sono incomparabili, che la tecnologia russa è vecchia, che da noi non potrebbe succedere, e così via almanaccando. Il fatto è piuttosto questo: la previsione più attendibile sembra essere quella che conferma la difficoltà di ogni previsione. In questi giorni tocca a Russia, Pakistan, India, Cina essere sconvolti da un clima ormai irriconoscibile e sempre più ostile. Siamo sicuri che la strada giusta per avere l’energia che ci serve è quella di forzare la mano alla sorte e all’ambiente?

L’Italia, dopo che aveva rinunciato al nucleare, doveva essere un’antesignana sulla strada delle energie rinnovabili e compatibili. Niente da fare, se non perdiamo occasioni non siamo veri italiani. Perciò il Governo ha deciso che abbiamo bisogno delle nostre centrali nucleari, piazzate in luoghi sicurissimi s’intende.

Non credo occorra ripetere che sono contro questa opzione, per i motivi che ci siamo ripetuti tante volte. Mi piace credere che la prossima auspicata caduta di Berlusconi possa avere, tra gli altri effetti positivi, anche quello di far impantanare il nucleare made in Italy.

E spero che quanto sta succedendo in questi giorni faccia fermare per un istante i russi, e faccia rimetter loro in discussione un progetto che, solo a descriverlo in breve, sembra una follia. Qualcuno ha pensato infatti di costruire centrali nucleari galleggianti da 70 MW, la cui energia dovrebbe servire ad alimentare nell’Artico le trivelle della Gazprom, per ricavare minerali, gas e petrolio… Immagino che anche quelle centrali siano a prova d’incidente.

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