Tg1

Crolla la casa (è un eufemismo) di Favara e subito Francesco Giorgino rassicura: “Era in una zona degradata”. Peccato che seppellisce due bambine, due sorelle di 4 e 14 anni. Ma era davvero una casa? Siamo in provincia di Agrigento, tutta la collina è un ammasso di catapecchie, tanto suggestive per chi scatta le foto ricordo, così inagibili per chi vi abita e non dovrebbe abitarvi. Si precipitano e esternare le loro condoglianze (e il Tg1 si inchina a tanto commossa partecipazione) sia Schifani sia Alfano: sono siciliani, le loro sono condoglianze di scambio, come il voto. Cicchitto non piange, è di Roma. Berlusconi nemmeno, è brianzolo. Chi pagherà per questo? Occorre sempre qualche morto – se poi sono bambini, pazienza – per aprire gli occhi su un’Italia che cade a pezzi, nell’indifferenza degli amministratori locali, delle autorità di pubblica sicurezza, di tutti? La procura di Agrigento apre l’inchiesta: servirà a dimostrare che si viveva meglio al tempo dei Borboni.

Tg2

Nella brevissima edizione pomeridiana del Tg2, a parte la tragedia di Favara, c’è posto anche per due tigri di Sumatra, salvate dalla cattura e restituite alla giungla di Sandokan. Ma Studio Aperto, per esempio, fa anche di meglio. Annuncia che ci sono notizie “che ci restituiranno il sorriso”. La prima, il matrimonio di Maria Stella Gelmini. La seconda, che lo “spirito libero” di Lapo Elkann l’ha avuta vinta sui suoi buoni propositi. Risultato: foto con i trans e 300.000 euro pagati. E Alfonso Signorini, il direttore di Chi che le avrebbe “ritirate” dal mercato – guarda combinazione – era proprio in quel momento a Verissimo, su Canale 5. E poneva al “principe” Carlo Giovannelli un torbido quesito: “Ma le regine si mettono le pantofole?”.

Tg3

Anche questo tg, piuttosto attento, cade nella trappola: la tragedia di Favara è “frutto della povertà”. Forse è la povertà il “frutto” di colpe collettive più gravi, ma tant’è. Passaggio brusco alla “politica” e si vede la rissa fra Tremonti e Scajola. Il superministro dell’economia non taglierà nemmeno la tassa sui cani. Quello delle attività produttive, l’esperto Scajola, sa che qualche limata bisognerebbe darla, altrimenti all’elettore speranzoso del Pdl cominceranno a girare i cosiddetti. Una bella paginata sui fondi neri di Mediatrade (dalla serie: i fondi neri di Berlusconi non finiscono mai) e la condanna in Appello di Totò Vasa Vasa Cuffaro. Fa una certa impressione rivederlo, giovane rampante, che si scaglia – presente Giovanni Falcone – contro la stampa e la magistratura “mafiose” che perseguitano “il meglio della classe dirigente siciliana”.

da il Fatto Quotidiano del 24 gennaio

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