L’intervista

“Quello che le donne non dicono, io lo faccio”

Gordon - La web star da un milione di follower, famosa per il “Punto G”, sarà ospite della festa del “Fatto”

Di Cam. Ta.
25 Agosto 2017

Ventisette anni, un passato da studente di economia, un presente da “web superstar”: Gordon, nome d’arte di Yuri Sterrore, vanta oltre un milione di follower su Facebook e una copertura social di 14 milioni di fan. Il pubblico – di ragazze al 92% – lo conosce soprattutto per Il punto G(ordon), una serie di parodie, en travesti, dei più frusti stereotipi femminili. Oltre alla rete, collabora con le aziende e la televisione e ha anche lanciato un singolo, Si sboccia poveri, che ha subito superato un milione di visualizzazioni su Youtube.

Gordon, al successo lei non è arrivato per caso: quanto sono stati utili i suoi studi di Economia?

Durante gli studi avevo solo un pensiero: come raccogliere i fondi necessari ad acquistarmi le attrezzature per realizzare video… Economia mi è servita per strutturare un budget ben definito, ma arrivare al format vincente non è stato facile. Ho iniziato a studiare il web, volevo capire cosa mancasse sul “tubo” e quali fossero i contenuti richiesti. Dopo un po’, mi sono reso conto che alle donne non si rivolgeva nessuno; così deciso di indossare una parrucca e di parlare da donna, alle donne.

Non ha mai ricevuto critiche e attacchi da donne o persone particolarmente sensibili alla “questione di genere”?

No. Quello che offro è la mia visione sul mondo femminile, da cui traggo ispirazione ogni giorno, poiché sono circondato da donne: mia mamma, le mie amiche, la mia manager. I miei video sono ironici, enfatici: accentuo i gesti, le movenze, i modi di dire, le reazioni… Se qualcuno mi criticasse o attaccasse non mi stupirei. A oggi le poche critiche arrivano dagli uomini.

Quando le chiedono “Che lavoro fa?”, lei cosa risponde?

Non mi definisco né uno Youtuber, né un Creator. Certo, ho iniziato con i video su Facebook, ma faccio molto altro. Giro le discoteche d’Italia con il mio tour, mi sono cimentato in un talk show tutto mio, intervisto personaggi… Insomma, sono un artista.

Come si mantiene col web?

Dai product placement nei video alle serate con le fan, ad altri lavori fuori dalla rete.

A differenza di altre web star, lei non è così giovane: come si immagina tra qualche anno?

Spero di continuare a fare quello che già faccio. Il web mi ha permesso di avere un mio spazio e di accedere ad ambienti che non avrei altrimenti raggiunto, come la televisione, la musica… Non sono un cantante, ma il mio ultimo pezzo Non fare la sottona è arrivato al primo posto su Spotify.

Come gestisce la fama? Danni collaterali?

È arrivato tutto all’improvviso e non ho avuto danni collaterali per la fama… anzi! Mi piace stare a contatto con i miei fan: è sicuramente una sensazione strana e bella essere riconosciuto, ma soprattutto sentire di essere apprezzato. Ho un rapporto stupendo con tutte le persone che mi seguono: sono loro la mia vera gioia. Certo, quando sei nell’occhio del ciclone tutti parlano di te e mi è capitato anche che fossero dette cose non vere. Quelli sono gli unici danni collaterali.

Qual è il segreto del successo sul web?

Prenderlo fin dal primo momento seriamente e come un vero e proprio lavoro. Io mi alzo ogni mattina e penso a quale video girare, a quando pubblicarlo, a cosa posso fare per raggiungere nuove persone. Se non ci credi veramente, l’onda del successo dura poco. Bisogna essere in grado di inventarsi, reinventarsi e soprattutto crederci… Come dico spesso, io sono un ragazzo come gli altri, solo con i sogni più grandi.

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