Democratici

Pd Napoli, guerra degli iscritti: camorra e tessere comprate

Chiuso il tesseramento (con 3 mila schede in più), iniziano i guai: a Miano “prestati” i 10 euro per l’iscrizione, in un altro circolo i nomi di tre affiliati al clan Contini

2 Marzo 2017

Li avevamo lasciati due settimane fa con un tesseramento ‘small’, appena 2000 iscritti tra Napoli e provincia, pareva un segnale di fuga dal partito di Matteo Renzi, la scissione fatta dagli iscritti, 9 su 10 in fuga. Ma i Signori delle Tessere del Pd di Napoli erano solo in letargo. Aspettavano le ultimissime ore per svegliarsi, la scadenza del 28 febbraio. Con il consueto sottobosco di faccendieri, i sospetti di infiltrazioni camorristiche, le centinaia di adesioni comprate a pacchetti. Via Internet a Castellammare di Stabia, con la stessa Poste pay riconducibile, pare, a un esponente delle istituzioni locali che lì è sulla bocca di tutti, ne avrebbe rastrellate 130 circa. C’è chi invece le avrebbe acquistate in contanti fuori ad un circolo, come documentato da due cronisti di Repubblica Napoli che hanno visto coi loro occhi la fila a Miano per ricevere la tessera “tanto paga Michel, i 10 euro li mette lui”.

Ovvero Michel Di Prisco, e il pensiero corre al gennaio 2011, quando questo nome fu collegato ad un’affluenza monstre al seggio di via Ianfolla delle primarie Pd vinte da Andrea Cozzolino (proprio per questa ‘stranezza’, il risultato fu di fatto annullato e il Pd spalancò praterie a Luigi de Magistris). Il circolo di Miano ieri è stato commissariato d’urgenza: all’ex senatrice Graziella Pagano il compito di fare piazza pulita. Numeri sospetti anche da Bagnoli a Napoli, e Quarto.

Così rieccoli, i dem napoletani. Stavolta a preoccuparsi per un tesseramento ‘extralarge’ mentre Orfini spedisce un ‘supervisore’ da Roma, il parlamentare Emanuele Fiano, piombato in federazione a via Toledo come un medico al capezzale di un moribondo: la credibilità del Pd napoletano, pardon, la regolarità del tesseramento. Fiano deve relazionare su come sono state raggiunte 23.000 pre-iscrizioni, 3.000 in più rispetto all’anno scorso. Tra le quali i tre camorristi del clan Contini, la cosca decisiva dell’Alleanza di Secondigliano, che si sarebbero iscritti nel circolo di San Carlo Arena. Lo denuncia il sito Fanpage, quello dei video delle monetine regalate fuori ai seggi delle primarie dell’anno scorso vinte da Valeria Valente. La redazione sostiene di aver visionato un documento riservato ed anonimo redatto da alcuni militanti del circolo, e di averlo riscontrato.

Il segretario dei dem di Napoli Venanzio Carpenieri smentisce la notizia, ritenuta “destituita di ogni fondamento”, attraverso un comunicato congiunto con il coordinatore del circolo Innocenzo Datri: “Non esiste alcuna lettera di militanti sui tre camorristi dei Contini”. Fonti consultate dal Fatto affermano che un documento esiste e non segnala problemi precisi di camorra, ma anomalie evidenti e numeri peraltro ridotti, solo 150 iscritti rispetto ai 300 dell’anno scorso: “Si sono presentate persone che non sapevano cosa era il Pd ma volevano iscriversi, e alcuni cingalesi”. “I cingalesi sono 6 e le loro tessere le abbiamo bloccate – afferma Fiano in conferenza stampa – in tutto ci sono qui 36 tessere di cui non sappiamo l’origine e le preiscrizioni sono bloccate dal 24 febbraio. Gli anticorpi alle infiltrazioni nel Pd a Napoli hanno funzionato. Circa 300 soggetti le cui preiscrizioni erano avvenute in modo irregolare non sono stati iscritti. Non vogliamo iscritti che facciano capo a una persona, né possiamo accettare in fase precongressuale che ci siano sospetti, i nostri elenchi sono a disposizione della Procura”.

Quella Procura che, ancora a proposito di scandali Pd, fa salire a tre gli indagati di Listopoli, l’inchiesta sui 9 nomi falsi nella lista civica ‘Napoli Vale’ collegata a Valente. Ai dem Gennaro Mola e Salvatore Madonna si aggiunge Renato Vardaro, ex Ds, anche lui coinvolto in questo pasticcio. Non è l’unico.

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