Il giovine scudo umano del Leader in Ascolto

21 Ottobre 2017

Ammettiamolo: nei confronti di Matteo Renzi in alcuni di noi agisce troppo spesso un pregiudizio negativo, così pervicace da annebbiare la vista fino a farci scambiare lucciole per lanterne. È accaduto giovedì sera negli studi di La7 di Piazza Pulita, quando è stato mandato in onda il servizio dell’inviata Chiara Billitteri dal treno di “Destinazione Italia”. Che conduce il leader Pd lungo i binari del cambiamento e dell’innovazione.

Una novità definita infatti dal protagonista non “campagna elettorale vecchia maniera”, ci mancherebbe, bensì “campagna di Ascolto”. Da scrivere con la A maiuscola per sottolineare l’impegno di Renzi a farsi carico delle istanze delle popolazioni incontrate avendo cura di porgere l’orecchio ma soprattutto di “aprirsi”. “Io non faccio discorsi, è un viaggio per prendere appunti”, aveva ammonito il segretario ferroviere nel mentre dal binario 2 della stazione Tiburtina risuonava il fischio festoso del tutti in carrozza si parte. Purtroppo, una certa informazione dedita a creare artificiose polemiche più che a raccontare le tante cose positive ci mostrava il segretario costantemente parlante a Fara Sabina, a Civita Castellana, e poi a Narni, a Spoleto e a Fano sempre con il microfono in mano. Come se non si potesse contemporaneamente tenere aperta la bocca e le orecchie in una interlocuzione sempre tesa a costruire la politica della concretezza. Aprirsi e prendere appunti aveva promesso Renzi e difatti ecco apparire in un’inquadratura della preziosa moleskine una paginetta fitta di appunti. Con le cifre della disoccupazione giovanile nell’Italia centrale? No. Riflessioni sulle problematiche dei lavoratori pendolari, loro costretti a spostarsi stipati in maleodoranti tradotte? Neppure. Si leggevano piuttosto alcune ficcanti notazioni come: “3 cambi casual”, “2 cambi inverno”, “zaino”. Più riferibili alle urgenze del guardaroba che a quelle della legge finanziaria. Tornati in studio, l’immancabile giornalista saccente faceva notare la stranezza suscitando le solite facili ironie.

Più tardi, fortunatamente, l’equivoco veniva chiarito da Giovanni Crisanti, uno dei millennials al seguito del Rottamatore. Con questo tweet: “Ma fermi tutti (emoticon che se la ride, ndr) ho prestato la mia agenda a Matteo su cui avevo preso appunti sui cambi di una serie tv che sto girando! È la mia scrittura”. Ma era così evidente che non poteva essere la scrittura di Renzi! Può succedere a tutti di farsi prestare l’agenda da un millennial, per farci cosa poi non sono cavoli che ci riguardano. Citiamo questo risibile episodio (mentre sul Paese gravano ben altre questioni) per smontare i pregiudizi di cui sopra. Quelli, per esempio, secondo cui a Renzi interessino poco i problemi della gente comune, anzi ne sia annoiato, e assai di più le nomine al vertice di Bankitalia. O che, per esempio, il giovane (e ora promettente) Crisanti sia uno dei tanti scudi umani che si immolano per salvare la faccia del capo. A proposito: sta per arrivare un’ondata di freddo e a Renzi, dato l’umore non brillantissimo delle masse con cui intende “aprirsi”, consiglieremmo anche l’uso di un passamontagna. Molto casual s’intende.

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