Indro Montanelli era figlio del suo tempo, non certamente un razzista, né stupratore, né pedofilo”, così Marco Travaglio ospite di ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi (la puntata integrale è disponibile sulla piattaforma Loft, scarica l’app Loft su App Store o Google Play), ha risposto al conduttore che gli domandava cosa pensasse della richiesta dell’associazione I Sentinelli di Milano che hanno chiesto la rimozione della statua del giornalista ai giardini di Porta Venezia. “Sarei contrario a levarla per quei motivi, la leverei per motivi estetici”, continua il direttore de Il Fatto quotidiano, sottolineando che “se fosse vivo ne riderebbe anche lui, se la vedi da lontano sembra un gigantesco trombone”. Travaglio quindi spiega la storia di Montanelli: “È nato nel 1909 e nel 1935 si imbarcò volontario per l’Abissinia. All’epoca il colonialismo era un diritto dell’Italia”. E aggiunge: “Gli indigeni gli dissero che ‘era meglio se si fossero sposati’. E come ci si sposava? Stipulando un contratto pubblico, che si chiamava madamato, con i genitori delle ragazze da marito che per loro erano oltre i 12”. Travaglio conclude: “Non l’ha mai negato perché così si faceva all’epoca. Giudicare i fenomeni storici con gli occhi di qualche decennio dopo non ha alcun senso. La proposta di abbattere la statua viene in nome dell’antirazzismo, ma oggi uno storico, Angelo Del Boca, ha detto ‘ma quale razzismo, i matrimoni misti erano esattamente il contrario, erano le leggi razziali che hanno poi vietato i matrimoni misti che lo erano’. Un razzista con una donna africana non ci prende nemmeno un caffè figuriamoci sposarla”.

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