Politica

Udine alla Lega: Pietro Fontanini è il nuovo sindaco. Il centrosinistra perde anche l’ultima roccaforte friulana

Al secondo turno delle comunali udinesi, l'ex parlamentare del Carroccio ha sconfitto il candidato del Partito democratico Vincenzo Martines per una manciata di voti: appena 230

Il centrosinistra perde anche l’ultima roccaforte friulana. L’elezione del leghista Pietro Fontanini a sindaco di Udine è il coronamento della conquista di tutta la regione da parte del centrodestra a trazione leghista a due settimane di distanza dall’elezione a governatore di Massimiliano Fedriga. Eppure si è trattato di un successo sul filo di lana. Fontanini, ex presidente della Provincia di Udine ed ex parlamentare, sostenuto dalle liste di Forza Italia, Lega, Autonomia responsabile, Fratelli d’Italia e Identità civica, ha prevalso per una manciata di voti. Ne ha ottenuti 18.830, pari al 50.37 per cento, contro i 18.550 di Vincenzo Martines, appoggiato da Partito Democratico, Udine Sinistraperta, siAmo Udine e Progetto Innovare, pari al 49.63 per cento. A dividere i due contendenti, quindi, ci sono stati solo 280 voti. Decisivi potrebbero essere stati i consensi di Casa Pound, che per bocca del responsabile Luca Minestrelli aveva annunciato l’appoggio a Fontanini, portando in dote i 409 voti, pari allo 0.91 per cento, del primo turno.

Eppure la rimonta di Martines c’è stata, anche se non è bastata. Il 29 aprile Fontanini aveva ottenuto 18.619 voti pari al 41,5 per cento, mentre Martines si era fermato a 16.095 voti, pari al 35,9 per cento. La differenza era quindi di circa 2.500 consensi. Il centrosinistra in queste due settimane non è riuscito a fare accordi con nessuno dei candidati rimasti fuori dal ballottaggio, ovvero Maria Capozzi del Movimento Cinquestelle, con Enrico Bertossi ex assessore della giunta Illy e con l’autonomista Andrea Valcic. Il candidato di estrema destra Stefano Salmè (oltre a Casa Pound) aveva, invece, annunciato il sostegno a Fontanini. Il testa a testa si è protratto fino alle battute finali dello spoglio. Verso la conclusione Martines ha chiamato Fontanini per congratularsi con lui per la vittoria. Commento di Fontanini: “È stata una vittoria sofferta, al fotofinish. Pero ci credevo, ho parlato con tanta gente in questi giorni e ho sentito la voglia di discontinuità dall’ammininistrazione Honsell“. Il sindaco uscente era infatti non candidabile, avendo già svolto due mandati. Riflessione di Fontanini: “Ora tocca a me portare avanti il futuro di Udine. Dalla mia parte c’è tanta esperienza, la mia squadra ci mette entusiasmo. Mi aspettavo una vittoria più larga. È anche vero che il centrodestra è sempre stato sfavorito nel ballottaggio. Ora siamo noi a dare discontinuità alla città di Udine”. Martines sperava nella rimonta ed è apparso deluso. Saremo molto attenti a quello che il nuovo sindaco farà. Eravamo molto vicini al risultato. Ma non ho nulla da rimproverare a me stesso o alla mia squadra. Abbiamo fatto un grande recupero. La verità è che Udine ha scelto il cambiamento, guardando al passato. E quello degli udinesi è stato un voto di pancia. Però, la politica è anche questo”.

Per cercare di non interrompere vent’anni di governo cittadino, il centrosinistra aveva scelto la linea della continuità assicurata da Martines che in città ha già fatto il vicesindaco, prima di Sergio Cecotti (eletto nel 1998 e sostenuto anche dalla Lega), poi dello stesso ex rettore Honsell. L’impresa di Fontanini è stata quella di compattare in extremis il centrodestra in fase di candidatura (Forza Italia non aveva gradito l’imposizione del leghista Fedriga per la Regione) e di trovare poi nuovi alleati per il ballottaggio. Al primo turno la Lega era il primo partito con il 21.6 per cento, seguita dal Pd con il 20 per cento, da Forza Italia con il 9.7 per cento e da M5S con 8.47 per cento. Il centrodestra ha vinto anche a Sacile con Carlo Spagnol, appoggiato dalle liste Viva Sacile, Spagnol Sindaco e Forza Italia, con il 67,24 per cento dei voti (5.341 votanti). Al ballottaggio era contrapposto ad Alberto Gottardo, sostenuto da Lega Nord, Fratelli d’Italia, il Popolo della Famiglia e Autonomia Responsabile con Tondo, che ha ricevuto 2.602 voti, pari al 32,76 per cento. In netto calo l’affluenza al turno di ballottaggio. A Udine ha votato solo il 47,19 per cento (37.916 votanti su 80.341 elettori), mentre al primo turno la percentuale dei votanti (45.930) era stata del 57,17 per cento. A Sacile ha votato il 47,82 per cento (8.132 votanti su 17.005), mentre al primo turno la percentuale dei votanti (9.649) era stata del 56,74 per cento.