“Commovente lettera di Gesualdi. Spero che la prossima capigruppo calendarizzi il testamento biologico e che l’Aula possa esprimersi presto sul tema”. Nel silenzio della politica e delle istituzioni di fronte all’appello dell’allievo di Don Milani Michele Gesualdi, ex presidente della provincia di Firenze oggi malato di Sla, a pronunciarsi su Twitter è stato il presidente del Senato Pietro Grasso. Il provvedimento giace in commissione Sanità sperando, con poche chance, di essere calendarizzato a Palazzo Madama prima della fine della legislatura. Il problema è che, malgrado i continui annunci e le promesse in concomitanza di ogni storia che finisce in prima pagina, i partiti temono di doversi occupare di questo tema a ridosso della campagna elettorale.

Gesualdi, in una lettera indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, ha definito la sua condizione come “l’inutile tortura del condannato a morte” e ha chiesto un’accelerazione della legge sul testamento biologico: “Non si tratta di favorire l’eutanasia, ma solo di lasciare libero l’interessato di scegliere di non essere inutilmente torturato”. L’unico a rispondere per il momento è stato Pietro Grasso. Sul tema il presidente del Consiglio nei giorni scorsi aveva usato parole di prudenza, associando il ddl per il biotestamento a quello sullo ius soli: “Ci proviamo”, ha dichiarato. Grasso invece, solo la settimana scorsa ha annunciato la sua uscita dal gruppo dem, e per molti è dato tra i papabili candidati di Mdp alle prossime elezioni.

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