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Agrigento, morti due operai precipitati nella cisterna di una diga. Vittime sul lavoro in crescita nel 2017

Si è rotta la catena che reggeva il cestello su cui stavano lavorando i due colleghi, di 61 e 55 anni. Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta: "Non si può morire di lavoro, chi ha delle responsabilità deve pagare". Nel 2016 sono state accertate dall'Inail 618 morti bianche
Agrigento, morti due operai precipitati nella cisterna di una diga. Vittime sul lavoro in crescita nel 2017
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Sono morti i due operai precipitati stamattina, 9 ottobre, all’interno di una cisterna della diga Furore di Naro, provincia di Agrigento. I vigili del fuoco, calatisi nel serbatoio con delle corde, li hanno individuati e hanno recuperato le salme, dopo l’autorizzazione della Procura di Agrigento. Attraverso una scala è stato fatto scendere anche un medico, che ha accertato il decesso dei due lavoratori.

Francesco Gallo, 61 anni, di Naro, e Gaetano Cammilleri, 55 anni, di Favara (Agrigento), stavano effettuando lavori di manutenzione agli impianti idrici della diga. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe rotta la catena che reggeva il cestello su cui stavano lavorando i due colleghi che sono, dunque, precipitati all’interno della cisterna da un’altezza di 32 metri. La Procura di Agrigento, con il pm Salvatore Vella, ha aperto un’inchiesta sulla vicenda. Per ora l’accusa, contro ignoti, è di duplice omicidio colposo con violazione delle norme antinfortunistiche. Sul posto sono arrivati anche gli uomini dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Asp, l’azienda sanitaria provinciale.

“Non si può morire di lavoro, chi ha delle responsabilità deve pagare“, ha commentato il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. “Sono vicino ai familiari, sapendo che nessuna parola potrà lenire il loro dolore. Nominerò immediatamente una commissione regionale di inchiesta per accertare le responsabilità. Giustizia deve essere fatta”.

Nel corso del 2016 le denunce di incidenti mortali sul lavoro sono state 1.104, il livello più basso dal 2008. Le morti accertate dall’Inail sono state 618, di cui il 54% verificatosi fuori azienda, cioè nel tragitto per raggiungere il luogo di lavoro o mentre la persone si trovava fuori per svolgere le propria attività. Numeri in controtendenza, invece, quelli registrati nel primo trimestre del 2017, quando è stato rilevato un incremento del fenomeno delle morti bianche. Su questa cifra pesano gli eventi che hanno colpito l’Abruzzo, in particolare la valanga che ha travolto l’hotel di Rigopiano e la caduta dell’elicottero di soccorso presso Campo Felice.

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