Una resa dei conti in piena regola. Dopo 48 ore di silenzio Angela Marcianò sceglie facebook per rispondere a Giuseppe Falcomatà. Un post lunghissimo con il quale l’ormai ex assessora comunale replica punto su punto al sindaco di Reggio Calabria, che, pochi giorni fa, le ha revocato le deleghe alla legalità e ai lavori pubblici. Dopo aver incassato il sostegno di Lorenzo Guerini, con cui si incontrerà giovedì a Roma, Marcianò fa il bilancio di quasi tre anni trascorsi in giunta. Impegno finito perché, secondo quanto dichiarato da Falcomatà in un’intervista alla Gazzetta del Sud, l’ex assessora “non ha mai fatto squadra”.

Una giustificazione che la Marcianò non accetta e, in qualche modo, cerca di spiegare cosa c’è dietro la sua “cacciata” dalla giunta comunale: “Ebbene – spiega nel post – lo confesso, non sono stata al passo, io ho corso in avanti per risollevare le sorti della mia città, anzi mi sono precipitata senza esitazione alcuna in tutte le sedi possibili per ottenere qualche risultato concreto: a Catanzaro (sede della Regione Calabria, ndr), in Soprintendenza, in Prefettura, in Procura, al Ministero, perché per me era urgente anzi vitale non perdere tempo, non fare scadere i termini per i progetti e chiedere proroghe per quelli scaduti, non disperdere i finanziamenti di cui la Regione preannunciava la prossima revoca e sollecitava a rimettere gli atti di nostra competenza, che non erano ancora pronti”.

Un atteggiamento che, sempre secondo la Marcianò, evidentemente ha dato fastidio: “Mi è stato rimproverato più volte e con disprezzo, anche in occasione di una conferenza stampa che ‘non serve a niente un giocatore come Van Basten in una squadra di giocatori del Loreto“. È a questo punto che le parole dell’ex assessora ed ex collaboratrice del procuratore Nicola Gratteri assumono il tono della denuncia. La Marcianò non fa riferimenti ad articoli del codice penale ma non esita a puntare il dito su Falcomatà e sulle storture di cui è stata testimone in quasi tre anni a Palazzo San Giorgio. Situazioni sulle quali “meglio di me – scrive – potrebbe riferire la straordinaria squadra dei carabinieri in borghese a cui la nostra città deve essere grata per il lavoro svolto e che mi ha realmente difesa nei momenti più bui. Penso alla vergognosa vicenda dell’hotel Miramare affidato all’amico del sindaco senza nessuna procedura di manifestazione di interesse e con l’autorizzazione ad eseguire lavori senza autorizzazione da parte della Soprintendenza, che è obbligatoria nel caso di immobile di pregio storico ed architettonico, al Parco Caserta venduto a privati in maniera assolutamente illegittima, alla delibera sul sistema della mobilità che mandò in rivolta mezza città, alla vicenda dei lavori arbitrari sul corso Garibaldi e sulle vicende del sequestro penale in cui mi sono ritrovata e che faticosamente ho dovuto risolvere, assumendo l’impegno personale di ripristinare la legalità sia con la Soprintendenza che con il pm procedente”.

Marcianò è un fiume in piena e racconta fatti che potrebbero avere una rilevanza penale: “Ricordo ancora la vicenda del canile municipale di Mortara, quella del trasferimento della nuora di un boss a Palazzo San Giorgio, della presenza a Palazzo San Giorgio di Paolo Romeo (ritenuto testa pensante della ‘ndrangheta e imputato del processo Gotha, ndr) ‘invitato’ come consulente ed amico di taluno e forse di tanti (come emerso dai fatti giudiziari) sulle vicende della città metropolitana che stava per nascere. Penso ancora alla fase attinente la preselezione della new-co Castore e Polluce (società in house del Comune, ndr), al licenziamento illegittimo della vigilessa e da ultimo al trasferimento ritorsivo dei funzionari assegnati ai lavori pubblici, guarda caso tra i più operativi del mio settore, che ha mandato in tilt settori nevralgici dell’amministrazione, tanto da costringere il dirigente Romano a darne immediata comunicazione al Prefetto”.

“Tutte vicende ai limiti della legalità – aggiunge la componente della segreteria di Matteo Renzi – alle quali ho cercato spesso il confronto che mi è stato negato, rispetto alle quali comunque anche dopo le deliberazioni, sono seguite mie riservate personali dirette al sindaco ed alla segretaria generale, tutte datate e conservate agli atti, e precise denunce all’autorità giudiziaria della quale, per dichiarazione pubblica, sono stata ritenuta unico interlocutore valido ed affidabile”.

Il nome della Marcianò, infatti, è legato alle numerose denunce nei confronti dell’ex dirigente Marcello Cammera, poi arrestato nell’inchiesta “Reghion” e oggi imputato del processo “Gotha”: “In una delle innumerevoli volte in cui ho cercato di evidenziare tutte le nefandezze del settore e del suo dirigente, Marcello Cammera, non riuscivo ad ottenere nessuna risposta nel merito (forse anche perché un familiare di questi era un candidato della maggioranza), anzi ad una mia nota con cui puntualizzavo le varie illegalità su un appalto, Falcomatà mi ha risposto il 29 marzo 2016 alle ore 21,22 : ‘Domani, unitamente alla presente consegnami le tue dimissioni!’ alla quale ho immediatamente replicato ‘Io sono una persona onesta e coerente. Procedi tu se ritieni. Nessun problema’”.

Quelle dimissioni non sono mai arrivate. Piuttosto, la Marcianò, ha proseguito con il suo lavoro subendo, a suo dire, ostruzionismo da parte dei suoi colleghi di giunta: “Non voglio fare volare stracci, – sottolinea – ma come dimenticare che il protocollo sulla Legalità negli appalti pubblici da me fortemente voluto e redatto su mio input dallo staff del settore, fu sottoscritto in prefettura, senza che nessuno si fosse degnato neanche di invitarmi o semplicemente di avvisarmi; lo stesso Raffaele Cantone, intervenuto alla cerimonia e che ebbe parole di forte apprezzamento sul testo, non nascose la sua sorpresa ed il suo disagio per la mia assenza! E che dire del sopralluogo al palazzo di giustizia con il sottosegretario Luca Lotti, del quale ebbi notizia solo grazie alla cortesia di un funzionario del mio settore, che indignato me ne riferì, consentendomi di partecipare all’incontro. Quando il sindaco dice che siamo tutti per la legalità e non solo l’assessore Marcianò, io mi limito a ricordargli che le sole denunce serie all’autorità giudiziaria hanno riguardato i settori fino ad ieri da me diretti, e sono solo a mia firma, tant’è che il procuratore Cafiero De Raho dandone atto, disse, in una infuocata conferenza stampa , ‘Ringraziamo la Marcianò, unica fiera oppositrice del Cammera’. E per ora può bastare”.

L’ex assessore una spiegazione se l’è data circa i problemi con Falcomatà: “Sono uscita dalla simpatia del sindaco quasi subito e cioè quando si è accorto che non ero condizionabile, né intellettualmente né caratterialmente, ed in tempi più recenti quando sono stata cooptata nella segreteria politica del Pd, incarico al quale egli vivamente aspirava, per cui la mia estromissione dalla giunta non rappresenta solo una stolta ripicca ma è la garanzia che l’ulteriore percorso della consiliatura avrà soltanto lui come protagonista”.

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