Dopo il flop nelle urne al primo turno, il Movimento 5 stelle vince il premio di consolazione e porta a casa otto comuni su dieci nei quali era arrivato al ballottaggio. Una conferma del fatto che i grillini quando arrivano al secondo turno riescono a raccogliere voti da più parti, ma comunque un’amara consolazione a fronte di un risultato che mostra le debolezze sul territorio. A rovinargli la festa ci si mette pure l’ex M5s Federico Pizzarotti che, pur essendo andato da solo alle urne con la lista civica Effetto Parma, fa il bis nella città emiliana. I 5 stelle comunque, a fronte di un Pd che perde quasi ovunque e di un centrodestra resuscitato, rivendicano una “inesorabile crescita”, per dirla come l’ha detta il vicepresidente della Camera M5s Luigi Di Maio. I grillini erano arrivato al ballottaggio in dieci comuni, tra cui due capoluoghi di provincia: hanno perso ad Asti e a Scordia (Catania), mentre si sono imposti a Carrara, ad Acqui Terme (Piemonte), a Fabriano, nelle Marche e conquistando cinque comuni tra Lazio e Puglia: GuidoniaArdea in provincia di Roma, e poi le pugliesi Santeramo, Canosa, Mottola. Su otto comuni, cinque sfide erano con il centrodestra e tre con il centrosinistra.

Nonostante Virginia Raggi, M5s vince a Guidonia e Ardea
Tra i risultati più sorprendenti ci sono i due comuni in provincia di Roma: Guidonia (la terza città più popolosa del Lazio) e Ardea. I grillini qui vincono entrambi i ballottaggi, andando contro il cosiddetto effetto Raggi: al primo turno infatti in tanti hanno messo tra i motivi dei cattivi risultati alle amministrative anche le polemiche per la gestione della Capitale da parte della sindaca M5s, cosa che però non ha avuto effetti nei due comuni arrivati al secondo turno. A Guidonia vince l’italo-francese Michel Barbet (57 anni): ottiene il 51,45 delle preferenze, raddoppia i voti rispetto al primo turno (da 6500 a 10586) e supera l’avversario Pd Emanuele Di Silvio che si ferma al 48,55 per cento. Ad Ardea invece diventa sindaco Mario Savarese, 67 anni, e tecnico del Comune in pensione: ha battuto lo sfidante Alfredo Cugini che invece era sostenuto da otto liste civiche di centrodestra. Questa è la città di uno dei nomi di peso del Movimento (almeno a livello regionale), l’eurodeputato ed ex collaboratore parlamentare di Roberta Lombardi Fabio Massimo Castaldo. Esulta su Facebook il capogruppo grillino in Campidoglio Paolo Ferrara: “È una conferma anche per Roma: stiamo facendo bene e gli abitanti del Lazio non si sono fatti plagiare dalle continue strumentalizzazioni giornalistiche di questi mesi. Sarebbero stati pronti ad attaccarci e a darci la colpa in caso di sconfitta. Invece oggi restano tutti zitti”.

La vittoria modello di Carrara: il meetup che funziona strappa la città alla sinistra
Il grillino Francesco De Pasquale vince a Carrara con il 75 per cento dei voti e lascia a poco più del 35,5% il candidato Pd Andrea Zanetti: è la prima volta che la città, da sempre guidata dal sinistra o centrosinistra cambia governo. Già in testa al primo turno, De Pasquale ha trovato terreno fertile anche nella divisione interna al Pd che aveva portato a commissariamenti, ricorsi in tribunale e a due candidati di centrosinistra in corsa al primo turno. Per il M5s è il secondo successo in Toscana dopo la clamorosa ‘conquista’ di Livorno due anni fa con Filippo Nogarin. La vittoria di De Pasquale è presa a modello da molti grillini proprio in contrasto con le difficoltà di radicamento sul territorio a livello nazionale. Qui c’è stato l’impegno attivo di due parlamentari (Paglini e Bottici), ma anche dell’ex candidato alla Regione Giannarelli.

Fabriano, l’assistente della deputata M5s Terzoni diventa sindaco
Non solo Carrara. Un’altra delle città dove il Movimento ha lavorato con attenzione è Fabriano (Ancona) e anche qui è riuscito a conquistare il ballottaggio. Il volto scelto per correre alle amministrative non era uno qualunque, bensì quello di “un esperto”: Gabriele Santarelli, 40 anni, tecnico per la progettazione del verde e assistente parlamentare della deputata Patrizia Terzoni. Ce la fa così sul favorito della vigilia, il candidato del Pd Giovanni Balducci, 57 anni, ex assessore uscente al Turismo, sostenuto da Insieme per Fabriano, una coalizione composta dai democratici e dalle liste civiche Fabriano popolare, Rinascimento e Liberamente. Santarelli è stato eletto al ballottaggio con 7.367 voti, pari al 60,2%. Balducci si è fermato a 4.864 voti, il 39,8%. “E’ un fatto storico”, ha dichiarato Santarelli all’agenzia Ansa, “una città governata per decenni dalla classe imprenditoriale, e negli ultimi 20 anni dal centrosinistra, ha scelto di cambiare. Dopo il primo turno e il mio 30%, anche chi prima non credeva che ce l’avremmo fatta oggi è venuto ai seggi. Non nego di aver incassato, immagino, anche un voto ‘contro’ il Pd e lo stesso Balducci, che ha tentato di accreditarsi come un uomo della discontinuità mentre è assessore da 10 anni. Ma ho ottenuto sicuramente anche l’appoggio di persone, soprattutto giovani, che non erano andate ai seggi al primo turno. Ho visto tante facce nuove oggi”. Sul candidato di M5s potrebbero essere confluiti elettori della Lega Nord e di FdI, oltre a quelli della lista di sinistra che l’11 giugno aveva sostenuto il candidato sindaco Vinicio Arteconi.

Canosa, Mottola e Santeramo: le vittorie M5s in Puglia
Nei tre Comuni dove si è presentato al ballottaggio in Puglia, il M5s ha vinto: a Santeramo in Colle con il docente universitario Fabrizio Baldassarre, a Mottola con Giovanni Barulli e a Canosa di Puglia con Roberto Morra. Nella regione storicamente il Movimento fatica ad imporsi in maniera significativa. Al primo turno ad esempio, grande è stata l’amarezza per non essere riusciti ad arrivare nemmeno al ballottaggio a Taranto, città dell’Ilva e dove Grillo sognava di conquistare i voti ambientalisti.

Acqui Terme, la vittoria per 5 voti
Il grillino Lorenzo Lucchini diventa sindaco ad Acqui Terme (Piemonte) per cinque voti: con il 50,03% e 4.209 voti ha battuto il candidato del centro destra Enrico Bertero che ha conquistato il 49,97% (4.204 voti).

Esultano i leader M5s: “Crescita inesorabile”
E anche se su circa 80 comuni con più 15 mila abitanti chiamati al ballottaggio, centrodestra e centrosinistra si sono aggiudicati più di una trentina di sindaci a testa, i pentastellati esultano per le otto nuove città conquistate. E anzi rilanciano sottolineando la débacle del Partito democratico e attaccando il fenomeno delle liste civiche dietro alle quali si sono camuffati spesso i partiti classici. È per questo motivo che Di Maio da un parte esulta per la conquista di Carrara, dall’altra attacca Matteo Renzi. “Da soli vinciamo quasi ovunque. Quando i partiti non schierano ammucchiate di finte liste civiche, il voto è libero. Dopo 70 anni Carrara cambia colore, diventa 5 stelle mandando a casa il Pd. Complimenti al nostro nuovo sindaco Francesco De Pasquale che compie la stessa impresa di tre anni fa riuscita a Livorno“, ha scritto su Facebook il vicepresidente della Camera, subito rilanciato dall’account di Beppe Grillo. “Con 8 ballottaggi vinti su 10 – continua Di Maio – siamo a 45 sindaci 5 Stelle: una crescita del 20%. Il Pd a Trapani non vince neanche quando corre da solo: non si è raggiunto il quorum. Renzi in queste amministrative non ci ha messo la faccia, ma è riuscito a perderla comunque. Noi da domani a lavoro più di prima su abolizione vitalizi, reddito di cittadinanza e blocco dei miliardi di euro degli italiani alle banche”. Anche il deputato Manlio Di Stefano, ospite di Enrico Mentana, guarda il bicchiere mezzo pieno e attacca le liste civiche e l’ex presidente del consiglio. “La vera delusione – dice – è per il Pd e il fallimento è quello di Renzi, che non ha neanche voluto mettere la faccia in queste due settimane di ballottaggio, e prima ancora si è alleato con chiunque pur di vincere e ha preso una bella batosta. Noi invece non ci candidiamo sotto false liste civiche, ci mettiamo la faccia sempre”.  Ancora più drastico l’altro parlamentare Danilo Toninelli: “I mucchi di liste messi insieme per fregare voti, oltre che uno schifo, sono garanzia di ingovernabilità. La bassa affluenza ne è la prova”.

Anche la nota ufficiale del M5s, arrivata arrivata alle 2 e un quarto notte, mette nel mirino il principale partito di governo. “Il Pd esce da questi ballottaggi con le ossa rotte e Renzi prende una clamorosa sberla dagli italiani, la seconda dopo quella del 4 dicembre scorso. Lui parla di risultato a macchia di leopardo, ma la realtà dei numeri dimostra che per il suo Pd è una vera e propria Caporetto. Renzi lo aveva capito e per questo in campagna elettorale nelle ultime due settimane si è dileguato e ora vuole far credere che non sia successo nulla e che tutto possa andare avanti come prima”. Nessun commento invece sulla vittoria dell’ex M5s Federico Pizzarotti, capace di essere riconfermato a Parma con quasi il 58% dei voti. Fresco di vittoria, l’ex pentastellato ha preferito evitare commenti sul Movimento limitandosi a una battuta: “C’è qualcuno che mi ha scritto citando Einstein: 5 minuti di notorietà si sono trasformati in 5 anni di governo”. Il destinatario non citato era Beppe Grillo.

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