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Manchester, allerta scende da livello critico a “severo”. Altri due arresti per la strage: braccata la cellula

Il premier Theresa May annuncia il passaggio del livello di guardia da critico a "severo". Ieri mattina altri due arresti mentre oggi si svolgeranno gli interrogatori di 11 fermati. Il capo della polizia parla di "enormi progressi" nelle indagini
Manchester, allerta scende da livello critico a “severo”. Altri due arresti per la strage: braccata la cellula
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Scende da”critico” a “severo” il livello di allerta terrorismo in Gran Bretagna. Lo ha reso noto la premier Theresa May al termine della riunione del comitato Cobra. Lo riferisce la Bbc. Il livello di rischio attentati resta alto ma non è più imminente, si sottolinea mentre la polizia britannica prosegue nell’indagine sull’attacco di Manchester e mette a segno altri due arresti.  Il capo della polizia parla di “enormi progressi”.

Oggi stesso si procederà a interrogare gli undici fermati  sospettati di aver avuto un ruolo nell’attacco in cui sono morte 22 persone. In  mattinata sono stati effettuati altri due arresti di due uomini tra i 20 e 22 anni. Tutti i fermati, tra i 18 e i 44 anni, molto probabilmente fanno parte della rete terroristica che ha aiutato il 22enne di origini libiche Salman Abedi a farsi esplodere nella Manchester Arena durante il concerto della cantante americana Ariana Grande. Tra i sospetti sotto custodia della polizia si trova anche il fratello maggiore di Abedi, Ismail Abedi, di 23 anni, fermato martedì in un quartiere alle porte di Manchester. L’indagine deve fare i conti anche con segnalazioni e sospetti che si rivelano falsi. Ieri un ragazzo di 16 anni e una donna di 34 sono stati rilasciati senza accuse.

Nell’ambito delle indagini, restano in carcere in Libia il fratello minore del kamikaze, Hashim, di 20 anni, e il padre Ramadán Abedi, sospettato di far parte del gruppo islamico di combattimento libico (Lifg), organizzazione legata ad Al Qaeda che nel 2011 partecipò alla rivoluzione contro il dittatore Muammar Gheddafi e di cui alcuni militanti si sono rifugiati nel Regno Unito. Il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, ha fatto sapere ieri di aver fatto “enormi progressi” e di aver sequestrato “oggetti significativi” nell’ambito delle indagini.

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