La pietra tombale ce l’ha messa Romano Prodi. “Non ci si aspettino dal G7 delle decisioni formali che poi abbiano conseguenze successive”, ha sentenziato l’ex presidente del consiglio ed ex presidente della Commissione Europea a chi gli chiedeva un giudizio sul vertice delle sette grandi potenze mondiali in corso a Taormina. “Io ne ho fatti dieci, ho una bella pratica. Ma non è un organo che prende decisioni”. E in effetti, al termine del primo giorno di lavori, i leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti non hanno concluso granché. I risultati sono la foto di gruppo di Donald Trump, Emmanuel Macron, Shinzo Abe, Theresa May, Angela Merkel e Justin Trudeau sullo sfondo del teatro antico di Taormina, una dichiarazione congiunta sul terrorismo che definisce la lotta al terrore “una priorità” e una bozza d’accordo sull’immigrazione che, all’insegna del “ma anche”, tiene insieme “difesa dei diritti umani” e “controllo dei confini“.

Stallo totale invece sul fronte della difesa dell’ambiente: come è noto Donald Trump in patria ha smontato la legislazione di Obama sulla protezione del clima e non intende impegnarsi al rispetto dell’accordo di Parigi, con cui 195 Paesi si sono impegnati tra l’altro a limitare “ben al di sotto dei 2 gradi centigradi” l’aumento della temperatura globale rispetto ai valori dell’era preindustriale. “Si possono prendere decisioni formali sul clima senza la Cina? In più manca la Russia”, ha fatto notare Prodi. Ma la presenza di rappresentanti di Pechino e Mosca non avrebbe comunque convinto il presidente Usa, secondo cui rispettare l’intesa di Parigi sarebbe troppo costoso e ostacolerebbe l’obiettivo di creare posti di lavoro in patria.  “L’ambiente è molto, molto importante per me”, ha sostenuto il tycoon, ma la decisione sarà presa sulla base di quello che “è meglio per gli Stati Uniti”.

“La straordinaria storia e bellezza che ci circonda credo possa dare un contributo molto importante ai leader del G7 e aiutare la comunità internazionale a dare risposte ai cittadini: sul terrorismo e sicurezza faremo una dichiarazione importante e si affronteranno i temi del “cambiamento climatico, dei grandi flussi migratori e del commercio mondiale dal quale dipendono tanti posti di commercio nel mondo”, aveva detto il premier italiano, Paolo Gentiloni, aprendo il summit nella cittadina siciliana, totalmente blindata da giorni. Più realista il presidente del consiglio Ue, Donald Tusk, che aveva avvertito: “Non c’è dubbio che questo sia il più difficile dei G7, viste le divergenze su clima, commercio, sicurezza”.

Stallo sulla questione climatica  – E infatti dopo i primi incontri tra i leader la questione dell’accordo sul clima resta sospesa. “Vorremmo un comunicato ambizioso, ma la linea della Francia è di non indebolire l’accordo di Parigi”, dicono fonti dell’Eliseo sottolineando che “c’è stata una discussione franca e diretta”, ma “non c’è ancora un accordo” tra i leader. “La posizione di Macron – aggiungono – è quella di essere esigente e convincente con Trump, ma non al prezzo di un indebolimento dell’accordo di Parigi”. Il primo a lanciare un messaggio alla Casa Bianca sulle diverse posizioni tenute dagli Stati Uniti e dall’Europa sul cambiamento climatico era stato Jean-Claude Juncker.  “Per noi – ha detto il presidente della commissione Europea – l’accordo di Parigi è da applicare interamente”.  Una dichiarazione che ha raccolto la replica del consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn: “Il presidente Trump è disponibile ad ascoltare con chiarezza cosa i leader europei hanno da dire sull’accordo sul clima di Parigi. Ma sia gli Usa che l’Europa hanno due posizioni molto forti”.

La bozza dell’accordo sui migranti –  È già stata stesa invece la bozza del documento finale sui migranti. Nel testo si legge che “pur sostenendo i diritti umani dei migranti e rifugiati, riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati di controllare i loro confini e fissare chiari limiti ai livelli netti di immigrazione, come elementi chiave della loro sicurezza nazionale e del loro benessere economico. La gestione e il controllo dei flussi di migranti richiede – pur tenendo conto della distinzione fra rifugiati ed emigrati economici – sia un approccio d’emergenza che uno di lungo termine”. Su quest’ultimo punto i leader del G7 “sono d’accordo nello stabilire partnership per aiutare i Paesi a creare nei loro confini le condizioni che risolvano le cause della migrazione”. “È stato raggiunto un buon compromesso: si riconosce l’approccio globale al problema, anche a lungo periodo con il coinvolgimento dei paesi di origine e la responsabilità condivisa”, hanno commentato fonti diplomatiche italiane. La discussione vera e propria al tavolo del G7 sarà domani ed è “ovvio si continui a lavorare sui due paragrafi” ad hoc del testo finale.

Il documento contro il terrorismo – È stato battezzato “dichiarazione di Taormina“, il documento finale su sicurezza e lotta al terrorismo firmato dai capi di Stato e di Governo al termine della sessione pomeridiana dei lavori del G7. A tenere in mano il testo della dichiarazione al momento della foto dei leader è stata la premier britannica Theresa May, che è poi ripartita per Londra. “Grazie per il sostegno ricevuto davanti a questo attacco raccapricciante. È importante che sia stata mostrata ferma determinazione per combattere il terrorismo e proteggere la nostra gente”, ha commentato May, riferendosi all’attacco di Manchester . “La dichiarazione contro il terrorismo porta al rafforzamento della cooperazione tra le 7 maggiori economie del mondo occidentale su diverse questioni, dalla collaborazione informativa all’impegno dei leader per far promuovere dai grandi internet service dei provider un impegno nei confronti di quello che circola in rete che spesso amplifica gli atti di terrorismo”, ha commentato Gentiloni.

“Gli Usa rispettino l’accordo di Parigi” – “Mi aspetto che il G7 mostri unità sull’Ucraina e che le sanzioni alla Russia siano confermate fino alla completa applicazione degli accordi di Minsk“, ha detto Tusk nella conferenza stampa congiunta con Junker. E se da un lato il presidente della commissione Ue ha attaccato Washington sulla questione climatica, dall’altra ha avuto giudizi più morbidi sulle politiche commerciali di Trump. “Abbiamo avuto un incontro molto amichevole e costruttivo con il presidente Trump – ha detto il presidente della commissione Ue – Non è vero che ha un approccio molto aggressivo sul surplus commerciale. Ho chiarito al presidente Trump che non può raffrontare la posizione commerciale degli Usa con quella di un singolo Paese ma piuttosto con quella complessiva dell’Europa“.

Domani il corteo No Summit – E se la cittadina in provincia di Messina si è presentata blindata all’appuntamento con i grandi della Terra, diversi sono i timori della gente locale,  spaventata dalla manifestazione No summit annunciata per sabato alle tre del pomeriggio per le strade di Giardini Naxos. Già da ieri infatti alcuni locali si stanno attrezzando contro le presunte minacce dei manifestanti. Sul lungomare, per esempio, una salumeria ha esposto un avviso eloquente: “Causa evento G7 resteremo chiusi venerdì e sabato. Riapriamo domenica mattina se il destino vuole. Buona fortuna a tutti, si salvi chi può”. Nella notte sono state sistemate tavole di legno a protezione delle vetrine. Per il corteo No Summit sono attese circa 3.500 persone: dalle 12 di domani e fino a fine manifestazione il traffico sarà bloccato.

Consorti sull’Etna – Parallelamente al G7 dei leader poi c’è anche la visita delle sette first lady. Alle ore 12, dall’eliporto di Catania partirà l’apparecchio con a bordo Melania Trump, Brigitte Macron, Joachim Sauer, Sophie Trudeau e Aki Abe: sorvolerà l’Etna e arriverà in città alle 13, dove saranno ricevute dalla moglie del premier, Manuela Gentiloni, e dal sindaco di Catania, Enzo Bianco, al palazzo degli Elefanti.

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