C’è chi lunedì torna a scuola dopo il week-end, posa lo zaino sul banco e riparte per un’altra settimana di lezioni. E c’è chi quel diritto se l’è visto togliere. Come i 150 alunni del liceo classico Agostino Nifo di Sessa Aurunca che, secondo quanto stabilito da un decreto firmato dal presidente della provincia di Caserta Silvio Lavornia, da lunedì 15 maggio resta chiuso, così come la succursale del liceo classico Cirillo di Aversa e il ‘Mattei’ di Caserta. Per problemi strutturali. Ma sono altri 89 gli istituti che hanno rischiato di chiudere in settimana perché non ci sono le autorizzazioni previste dalla legge, in materia di antincendio, agibilità, staticità e sicurezza sul lavoro. Per questi, però, si sta cercando una soluzione che possa scongiurarne una altrettanto drastica soluzione. Anche perché si tratterebbe di un totale di circa 56mila studenti lasciati fuori dai cancelli. Un caso senza precedenti. Le vittime principali di questa situazione sono proprio gli alunni che, in queste ore, sono divisi tra sentimenti di frustrazione e voglia di non arrendersi. Perché dietro decreti, certificati e perizie, sono loro a fare i conti con le conseguenze dei ritardi, del disinteresse e di decisioni difficili da prendere.

Così, a raccontare il clima che si respira sono i ragazzi che quelle aule non le vogliono lasciare. Come Claudio Asciolla, rappresentante degli studenti del ‘Nifo’. La notizia dell’imminente chiusura si era iniziata a diffondere sul social network, ma la comunicazione ufficiale del preside Giovanni Battista Abate è arrivata venerdì mattina. “Difficile spiegare le sensazioni provate – commenta a ilfattoquotidiano.it Claudio – sicuramente rabbia, perché è inammissibile anche solo pensare che al giorno d’oggi non si riesca a garantire un diritto basilare come la pubblica istruzione. E frustrazione, perché ancora non si riesce a capire in maniera chiara la ragione di tutto ciò e perché non c’è nulla di concreto e risolutorio che possiamo fare”.

LA DOCCIA FREDDA – In realtà, come racconta il rappresentante degli studenti, il rischio della chiusura “è stato un ‘fantasma’ che ha aleggiato sull’istituto già dall’inizio di quest’anno, ma che fino a giovedì scorso non si era mai realmente concretizzato”. Eppure i ragazzi si erano mossi, aderendo ad alcune manifestazioni organizzate dal gruppo ‘Studenti in rotta contro la bancarotta’. E avevano anche incontrato il presidente della provincia, Silvio Lavornia. “Ci aveva rassicurato – racconta ora Claudio – affermando che la chiusura degli istituti non si sarebbe potuta in alcun modo verificare”. Poi la doccia fredda. Anche se dell’inagibilità della scuola avevano già parlato i giornali e “tutti sapevano della situazione disastrosa in cui versava la Provincia di Caserta” ricorda Salvatore Mannillo, un altro studente del liceo classico. “È stata una doccia fredda – continua – perché repentina e poi, a maggio, non se la sarebbe aspettata nessuno”. Eppure da queste parti non c’è rassegnazione: “Se avremo l’aiuto di tutti – continua Salvatore – questo non sarà il funerale della nostra scuola, ma la sua rinascita. Resta tuttavia il problema strutturale che è un dato di fatto. Occorrono fondi, progetti e tempestività per scongiurare la chiusura”.

IL CLIMA DI AMAREZZA – Dopo la comunicazione della chiusura sul portale Generazione Aurunca, Claudio ha pubblicato un post, spiegando le sue sensazioni: “Ci siamo sentiti ‘derubati’ della nostra quotidianità, come se qualcuno ci avesse voluto cacciare fuori da casa nostra”. A ferire è “la sola idea che non potremo più affollare quei grandi corridoi”. Nelle parole del rappresentante degli studenti si legge l’amore verso la sua scuola: “Un monumento simbolo della nostra città, un ‘gigante buono’ che si staglia imperioso lungo il Corso Lucilio e induce chiunque vi passi davanti a girare la testa per osservalo con rispetto e meraviglia”. Un sentimento comune da queste parti. Tanto che Davide Traglia, un altro alunno del liceo a ilfattoquotidiano.it ricorda che il liceo in questione “vanta una storia gloriosa” e persino che “ha ospitato, l’11 Maggio del 1770, Wolfgang Amadeus Mozart”. “Una scuola così – aggiunge – non può e non deve assolutamente fare una fine così misera”. La notizia della chiusura del liceo ha scatenato la rabbia anche dei genitori. “Alcuni di loro – spiega Davide – sono stati ex studenti del liceo ‘Agostino Nifo’ e vivono questo momento con molta amarezza. Per questo ci sono accanto, nella speranza che si possa arrivare a una soluzione. Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono fare la differenza e cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo”, dice sempre Davide che cita Malala Yousafza, studentessa e attivista pakistana, vincitrice del premio Nobel della Pace

LA BATTAGLIA – Ma cosa accadrà ora, con il decreto che impone la chiusura della scuola? “Il sindaco di Sessa Aurunca incontrerà nuovamente il prefetto, perizie alla mano – spiega Claudio Asciolla – mentre il nostro preside sta muovendo mari e monti per riuscire a tenere aperto il nostro istituto”. Intanto, però, non è escluso che i ragazzi entrino lo stesso. L’edificio in questione, ospita non solo il liceo classico ma anche il liceo musicale, le scuole elementari e le medie. L’unica ala che dovrebbe chiudere è proprio quella in cui si trova il liceo classico, quindi l’entrata principale dell’istituto rimarrà aperta. “La nostra intenzione – spiega il rappresentante di istituto – è quella di continuare a fare lezione e i professori ci appoggiano. Non sfogheremo la nostra rabbia nel disordine sociale, ma continuiamo questa battaglia facendo sentire la nostra voce”. Cosa chiedono questi ragazzi? “Di essere tutelati, c’è in ballo il percorso di studi di molti giovani studenti e il posto di lavoro di vari insegnanti. E chiediamo – conclude il rappresentante degli studenti – che vengano effettuati i necessari adeguamenti strutturali, ovviamente con modalità e tempistiche ben diverse”.

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