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Londra, capo di Scotland Yard o Schettino inglese? “Portato via durante l’attentato, doveva restare e coordinare la risposta”

Craig Mackey è stato fra i primi a lasciare sotto scorta il palazzo di Westminster negli istanti immediatamente successivi all'attacco. Il Daily Mail accusa: "Doveva provare a salvare il poliziotto ucciso". Lui: "Sono un testimone chiave, avevo il dovere di mettere al sicuro la mia testimonianza". La Metropolitan Police lo difende: "Critici in poltrona"
Londra, capo di Scotland Yard o Schettino inglese? “Portato via durante l’attentato, doveva restare e coordinare la risposta”
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A 48 ore dall’attentato al Parlamento di Londra, nel Regno Unito è polemica sulla “fuga” del capo di Scotland Yard ad interim: Craig Mackey è stato fra i primi a lasciare sotto scorta il palazzo di Westminster negli istanti immediatamente successivi all’attacco.

A puntare il dito contro Mackey, candidato al poco lusinghiero ruolo di ‘Schettino d’oltremanica’, è il Daily Mail: il capo della polizia “è stato portato via subito dopo aver assistito come testimone all’attacco subito da uno dei suoi uomini”, scrive il tabloid. Che cita “critici” secondo cui Mackey, in qualità di capo ad interim di Scotland Yard, “avrebbe dovuto unirsi agli sforzi profusi per salvare il poliziotto Keith Palmer (ucciso dall’attentatore nel cortile del Parlamento, ndr) e coordinale la risposta” all’attacco. Come Metropolitan Police Commissioner “aveva la responsabilità di essere in prima linea“.

Non è chiaro, accusa ancora il Daily Mail, se Mackey, che si pensa abbia assistito all’attacco all’agente Palmer dalla sua auto di servizio, fosse stato consigliato dalla sua sicurezza a lasciare il luogo. Scotland Yard ha risposto con una nota in cui spiega che Mackey è stato portato via dopo un colloquio con i suoi ufficiali presenti e per lui “è stata presa una decisione dinamica direttamente sulla scena del crimine con la polizia che stava rispondendo all’attacco e il commissario ad interim è stato portato via. Sarebbe inappropriato commentare ulteriori dettagli mentre l’indagine è ancora in corso”.

Il diretto interessato è considerato “testimone chiave” e per questo nelle ore immediatamente successive all’attacco non ha rilasciato dichiarazioni. Giovedì’, tuttavia, ha parlato del caso: “Io sono un testimone di parte degli eventi, tra cui il tragico attacco all’agente Palmer – ha detto ai giornalisti parlando di fronte alla sede di Scotland Yard – per questo motivo, come tutti gli agenti di polizia, avevo il dovere di mettere al sicuro la mia testimonianza prima ancora di coordinare la risposta all’attacco”.

Nel corso di una conferenza stampa i giornalisti hanno chiesto al responsabile dell’anti-terrorismo, Mark Rowley, perché il suo comandante non è rimasto sul posto e lui ha risposto seccato: “E’ frustrante sentire cose senza senso come queste da critici in poltrona”.

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