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Matteo Renzi, Nature: “Scienziati italiani non rimpiangono la fine del suo governo. Nessun impegno concreto per la ricerca”

Secondo la rivista scientifica "in tre anni è arrivata solo tanta propaganda mediatica". Il fisico Giorgio Parisi, della Sapienza di Roma: "Ci si sente solo presi in giro. Manca all'appello circa 1 miliardo di euro, quasi il 20% del budget totale che servirebbe ai centri universitari per il loro normale funzionamento". Critiche anche a Human Technopole, progetto promosso dall'ex premier
Matteo Renzi, Nature: “Scienziati italiani non rimpiangono la fine del suo governo. Nessun impegno concreto per la ricerca”
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Matteo Renzi sul sito di Nature. Nella sezione “Latest news, di seguito ad un approfondimento su una innovativa terapia a base di flash di luce per combattere l’Alzheimer, si trova anche un articolo sull’ex primo ministro italiano. Secondo la rivista scientifica l‘ex presidente del Consiglio, dimessosi il 7 dicembre, “non è rimpianto dai ricercatori italiani“. Accanto ad un altro focus su buchi neri e onde gravitazionali, si legge che dal governo guidato da Renzi “in tre anni è arrivata tanta propaganda mediatica ma nessun impegno concreto per risollevare le condizioni della ricerca“. Nature ha raccolto i commenti di alcuni ricercatori italiani di fama internazionale come il fisico Giorgio Parisi, della Sapienza di Roma, e il biologo Cesare Montecucco, dell’università di Padova.

“È vero che da questo governo ci sono stati piccolissimi segni di miglioramento rispetto ai precedenti – ha detto Parisi – ma è davvero troppo poco. Sono state fatte semplicemente iniziative mediatiche ma nessuna delle cose che servirebbero davvero. Ci si sente solo presi in giro”. “Al mondo della ricerca universitaria manca all’appello circa 1 miliardo di euro, quasi il 20% del budget totale, necessario al normale funzionamento del settore”, ha ricordato Parisi, aggiungendo: “Ovviamente questa mancanza si è riversata nel taglio delle assunzioni, con il blocco del ricambio dei ricercatori e degli insegnanti”. Si tratta, comunque, di “un taglio che risale al 2008, con le misure prese dal ministro Tremonti – ha proseguito il ricercatore italiano – e le correzioni una tantum non servono assolutamente a niente. Nessuno pretende che vengano ripristinati dall’oggi al domani, ma questo buco deve essere in qualche modo recuperato”.

Su Nature si è espresso anche Montecucco spiegando che “Renzi è diventato primo ministro in un momento di grave crisi economica e sociale, e ha iniettato un senso di energia e ottimismo nel settore universitario e della ricerca. Le nostre aspettative erano cresciute ma sono state per lo più deluse”. L’articolo ricorda anche due delle iniziative mediatiche di Renzi, il progetto Human Technopole, criticato da molti ricercatori italiani, e la proposta di creare 500 cattedre per professori di élite, intitolate a Giulio Natta, i cui criteri di selezione sono considerati inaccettabili da diversi scienziati.

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