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M5s Bologna, caso firme – Piazza: “Mi autosospenderò appena la Procura mi notificherà avviso di garanzia”

Il vicepresidente del Consiglio comunale di Bologna, che risulta indagato dalla Procura di Bologna, insieme a tre attivisti, per le presunte irregolarità nella raccolta firme prese durante la campagna elettorale delle regionali 2014 in Emilia-Romagna. Piazza, a differenza del capogruppo Massimo Bugani, era uno dei certificatori delle firme
M5s Bologna, caso firme – Piazza: “Mi autosospenderò appena la Procura mi notificherà avviso di garanzia”
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“Appena la Procura mi notificherà un avviso di garanzia mi autosospenderò immediatamente dal Movimento 5 Stelle, intanto ho piena fiducia nel corso delle indagini e mi metto a disposizione della Procura”. È la promessa di Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale di Bologna, che risulta indagato dalla Procura di Bologna, insieme a tre attivisti, per le presunte irregolarità nella raccolta firme prese durante la campagna elettorale delle regionali 2014 in Emilia-Romagna. Piazza, a differenza del capogruppo Massimo Bugani, era uno dei certificatori delle firme. “Non ho falsificato nessuna firma – dice all’Adnkronos -. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero 17 firme su 1.200, 4 persone avrebbero disconosciuto la propria firma ma è da dimostrare. Mi è arrivato un messaggio su whatsapp, ad esempio, di una persona che aveva firmato ma mi ha confessato che, poi, preso dalla paura, ha negato di averlo fatto. Gli altri tre potrebbero aver fatto lo stesso o anche averlo dimenticato”.

“Se mi arriverà l’avviso di garanzia – ribadisce Piazza – mi autosospenderò perché intendo seguire scrupolosamente le regole e mi ripresenterò alla Conferenza dei presidenti di commissione perché facciano le loro valutazioni sul mio ruolo in Comune. Se la sospensione durerà poco starò ad aspettare, altrimenti deciderò col gruppo del M5S cosa fare. Dipenderà dai tempi della giustizia. Se la Procura, invece, non notificherà nulla – prosegue Piazza – aspetterò gli esiti dell’indagine“.

La Procura in realtà non è obbligata a notificare all’indagato che c’è un’inchiesta sul suo conto, a meno che non debba effettuare operazioni, come una perquisizione, di cui debba essere al corrente per farsi assistere da un avvocato. Piazza potrebbe quindi ricevere direttamente l’avviso di fine indagine. Per Piazza l’indagine sul suo conto è stata un fulmine a ciel sereno. “Non me l’aspettavo assolutamente – assicura – sennò non mi sarei neanche candidato alle comunali”. Piazza esclude altre irregolarità: “Conosco benissimo le regole e le ho applicate scrupolosamente. Tutte le firme sono state prese con la presenza di un certificatore designato. Addirittura, quando andavo in bagno, si creava la fila nell’attesa che tornassi. Non ho mai preso nessuna firma al Circo Massimo e che sia accaduto è da dimostrare. In più – spiega – avevamo 300 firme in più del numero necessario. Se ci fossimo accorti che qualcosa in quei 17 moduli non andava li avremmo sostituiti. Avevamo l’imbarazzo della scelta”. Piazza, per il momento, non si autosospenderà da vicepresidente del Consiglio comunale. “Dopo aver appreso dagli organi di stampa della mia iscrizione nel registro degli indagati – spiega – mi sono presentato immediatamente alla Conferenza dei capigruppo e a quella dei presidenti di Commissione che mi hanno dato pieno sostegno. L’incarico di vicepresidente dipende dal Consiglio comunale e fino a quando mi darà fiducia io rimarrò”.

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