Leader in Europa per evasione dell’Iva. È il triste primato che l’Italia si vede riconosciuto da uno studio finanziato dalla Commissione europea, che si concentra sui relativi al 2014. Il differenziale tra il gettito Iva previsto e quello effettivamente raccolto – il cosiddetto Vat Gap – si attesta, nel nostro Paese, alla quota record di 36,9 miliardi di euro: in sostanza, poco meno di un quarto dei 159 miliardi di Iva non riscossa nell’intera Unione Europea. In percentuale, però, il Vat Gap dell’Italia è calato al 27,55% nel 2014, rispetto al 29,27% registrato nel 2013.

Il 2014, precisa la Commissione, ha fatto registrare una riduzione di evasione dell’Iva pari a 2,5 miliardi, anche se continuano ad esserci enormi discrepanze nelle prestazioni dei singoli Stati membri per quanto riguarda il rispetto delle norme fissate. Circa 18 Stati membri hanno registrato un miglioramento delle cifre, mentre otto hanno peggiorato le loro prestazioni.

In termini percentuali, invece, il Paese meno virtuoso risulta essere la Romania, col 37,9% di Iva evasa; l’Italia si ferma, per quanto riguarda il 2014, al 27,55%, in discesa rispetto al 29,27% dell’anno precedente. La Svezia, col suo 1,2% di Iva non riscossa, è lo Stato modello dell’Unione.

A commentare lo studio, è intervenuto in mattinata Pierre Moscovici, commissario Ue per gli Affari economici e finanziari. “Gli Stati membri – ha dichiarato Moscovici – perdono decine di miliardi di euro in gettito Iva non riscosso: è inaccettabile. Il regime attuale è deplorevolmente inerme di fronte ai problemi delle frodi e degli errori di calcolo in ambito Iva, ed è evidente che da sole le cifre non migliorano”. Moscovici ha poi ribadito l’urgenza di nuove norme a livello comunitario sul fronte fiscale: “Gli Stati membri – ha proseguito – devono arrivare rapidamente ad un accordo sul regime dell’Iva”.

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