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Milano, morsi e insulti ai bimbi in un asilo nido: legati con le cinghie alla sedia Scattano due arresti

I due, un 35enne e una 34enne, italiani ed incensurati, sono ritenuti responsabili di maltrattamenti in danno di minori di anni 10, percosse e lesioni personali. Il gip ha convalidato l'arresto e disposto i domiciliari per la donna, mentre l'uomo è stato rimesso in libertà. Nel video dei carabinieri si vede Milena Ceres che dà un morso ad un piccolo di due anni
Milano, morsi e insulti ai bimbi in un asilo nido: legati con le cinghie alla sedia Scattano due arresti
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Venivano presi a morsi e schiaffi, insultati e in qualche caso chiusi con la forza in una stanza (guarda). Più volte legati con cinghie alle sedie, trattenuti in uno stanzino buio, terrorizzati. È quello che succedeva ai bambini che frequentavano un asilo nido del quartiere Bicocca di Milano: accuse che hanno portato i carabinieri del comando provinciale di Milano ad arrestare in flagranza di reato un 35enne e una 34enne, entrambi italiani ed incensurati. L’asilo Baby World Bicocca, che si trova in viale Sarca, zona nord, è stato chiuso.

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Enrico Piroddi
Enrico Piroddi

Il gip Stefania Pepe ha convalidato l’arresto in flagranza di reato per Enrico Piroddi responsabile e cuoco della struttura privata e della coordinatrice Milena Ceres, finiti in carcere mercoledì scorso con l’accusa di maltrattamenti aggravati nell’ambito dell’inchiesta del pm Gianfranco Gallo che contesta ai due oltre 25 episodi. Ieri il giudice, pur accogliendo la richiesta del pm, ha disposto gli arresti domiciliari per la donna e ha rimesso in libertà l’uomo con l’interdizione per 12 mesi dall’attività professionale. “Io dico solo che ho trascorso 4 giorni in carcere ma ora sono libero: ci sarà un perché”, ha detto al telefono Piroddi all’Ansa. “La mia collaboratrice è invece ai domiciliari, ed è anche troppo.”, ha aggiunto. “Non voglio dichiarare null’altro – ha concluso – tanto la verità e tutto il resto verranno a galla”. Il gip ha ritenuto la sussistenza dell’ipotesi investigativa emersa dall’indagine ma ha ritenuto per la coordinatrice di attenuare la misura cautelare. Al vaglio dell’autorità giudiziaria c’è anche la posizione di altre due maestre componenti lo staff, che sono indagate.

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Milena Ceres
Milena Ceres

Secondo l’accusa i bambini di pochi mesi sarebbero stati più volte legati con cinghie alle sedie, altri chiusi al buio in piccolissime stanze e trattenuti dentro. A denunciare la coordinatrice e il titolare sono state alcune ex dipendenti. Le maestre, tornando nella struttura per prendere alcuni documenti, hanno notato i comportamenti aggressivi della loro ex direttrice e hanno trovato un piccolo allievo chiuso in una stanza al buio. Le insegnanti hanno quindi sporto denuncia ai carabinieri della stazione di Greco Milanese, che nel mese di aprile, hanno dato il via alle indagini: nella struttura sono state quindi piazzate telecamere per effettuare intercettazioni ambientali. Piroddi e Ceres sono stati arrestati ‘in diretta’ mentre i carabinieri, che li osservavano con delle telecamere nascoste, hanno visto la donna mordere un bambino di due anni al volto. A quel punto sono intervenuti. Il bambino, soccorso, ha riportato lesioni giudicate guaribili in 10 giorni.

L’asilo fa parte di una catena che ha in franchising una decina di istituti a Milano e una ventina in provincia, ma anche in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana.  Sul sito web si legge che si tratta di “un ambiente sicuro e accogliente dove i nostri piccoli ospiti possono crescere e imparare con gioia e serenità”.

“È stato un fulmine a ciel sereno”: così Marcello Arezzo, titolate di una ditta che ha la sede nello stesso palazzo, in zona Bicocca, che ospita l’asilo. Secondo il titolare della ditta di impianti elettrici, “molti abitanti” dello stabile si sono chiesti che cosa stava succedendo “venerdì scorso, quando sono arrivate le ambulanze”. “Quando le ho viste ho pensato che fosse successo qualcosa alla struttura – ha spiegato – magari il crollo di un cornicione. Ma quando ho visto i volti in lacrime di alcuni genitori ho capito che si trattava di altro”.

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