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Rai, Alfano contro i maxi stipendi: “Il direttore generale non può guadagnare sei volte più del premier”

Il ministro dell'Interno: "Se questa dirigenza continua così, sarà quella che a furor di popolo farà privatizzare l'azienda". E mentre si discute il cambio dei direttori dei tg, lancia l'affondo: "Non va bene usare il canone per pagare giornalisti esterni che fanno trasmissioni flop"
Rai, Alfano contro i maxi stipendi: “Il direttore generale non può guadagnare sei volte più del premier”
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“In una grande democrazia come l’Italia non è possibile che il direttore generale della Rai guadagni sei volte più del premier: se questa dirigenza continua così, sarà quella che a furor di popolo farà privatizzare la Rai“. Dopo il Pd, anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, ai microfoni di Radio Anch’io, se la prende con i maxi stipendi dei manager voluti da Matteo Renzi, capo del suo stesso governo.

E mentre la tv pubblica si appresta nelle prossime settimane a cambiare i direttori dei telegiornali, il leader Ncd lancia un affondo sul tema dell’informazione: “Se il canone dei telespettatori viene utilizzato per pagare non giornalisti interni all’azienda, ma persone prese magari dall’Espresso o da Repubblica che poi fanno trasmissioni flop dal 2%, questo non va bene”.

In testa ai maxi compensi della televisione pubblica, anticipati da Il Fatto Quotidiano, c’è il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto con 650mila euro l’anno. Segue il dirigente alla guida di Rai Pubblicità Antonio Marano (392mila euro). Dopo di lui c’è Giancarlo Leone (360mila euro), da oltre vent’anni in Viale Mazzini, e la presidente Monica Maggioni, a quota 336mila euro.

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