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Isola d’Elba “vietata” ai rom. 33 persone allontanate in traghetto. Sindaco: “Rubavano e rovinavano l’immagine”

L'ordinanza emessa dal Sindaco di Portoferraio è stata poi adottata da tutti i sindaci dell'isola. La decisione giustificata da un'urgenza igienico-sanitario. Ma le opposizioni attaccano: "E' abuso di potere. Quando altri cittadini hanno commesso gli stessi reati non sono stati mandati via"
Isola d’Elba “vietata” ai rom. 33 persone allontanate in traghetto. Sindaco: “Rubavano e rovinavano l’immagine”
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L’Isola d’Elba è “vietata” ai rom. Due famiglie “di origine romena”, trentatré persone in tutto, la maggior parte giovani e bambini, sono state allontanate dall’Isola d’Elba e imbarcate su un traghetto diretto a Piombino. L’ordinanza con cui il sindaco di Portoferraio, Mario Ferrari, ha dato esecuzione allo sgombero è datata 13 luglio e motiva la decisione in base a un’urgenza igienico-sanitaria dovuta alla presenza di rifiuti “anche organici” prodotti dai rom (azione che gli ha permesso di evitare il passaggio dalla Prefettura, obbligatorio per casi di problemi di ordine pubblico). La disposizione è stata adottata poi dalle altre sette municipalità dell’Elba.

Secondo quanto dichiarato al Giornale dal primo cittadino, eletto nel 2014 con la lista civica di centrodestra Viviamo Portoferraio, i rom avevano sistemato i loro caravan “proprio dietro il porto, dove ogni giorno transita l’80% delle persone che sbarcano sull’isola. La prima immagine davanti agli occhi di residenti e turisti era un campo rom nel degrado”. La zona in questione, si legge nell’ordinanza, è il parcheggio dell’ex residence in Viale Zambelli/Via Elba e “non è attrezzata né servita per la sosta di caravan e simili”.

Ma non sarebbe solo una questione di “immagine” ad aver motivato una scelta così drastica. Ferrari accusa il gruppo di rom di diversi atti vandalici in giro per l’isola. “Gli accampati andavano al parcheggio, si abbassavano i pantaloni e facevano i loro comodi. Così anche se non rubavano l’auto, lasciavano comunque un ricordo davanti allo sportello”. Poi, secondo il sindaco, i rom realizzavano piccoli furti all’interno del supermercato, “entravano e mangiavano merendine senza pagare”, o rubavano i portafogli agli anziani in coda e ai bagnanti sulle spiagge.

Il sindaco ha spiegato di essersi anche ingegnato per evitare che i rom si spostassero in un’altra zona dell’isola. L’ordinanza, infatti, prevede lo sgombero dei campi non autorizzati non solo dall’area indicata ma da tutto il “territorio comunale”. Quando la disposizione è stata adottata da tutti gli altri comuni dell’isola, le due famiglie si sono ritrovate senza più alcuna porzione di territorio in cui trasferire le loro abitazioni mobili. Quindi sono stati “invitati” ad andare via. Vigili e carabinieri hanno provveduto a imbarcare le trentatré persone su un traghetto diretto a Piombino, messo a disposizione gratuitamente dalla compagnia Moby.

Ferrari racconta di aver ricevuto il plauso dei suoi concittadini: “Sono tutti con me”. In realtà a qualcuno il comportamento del sindaco non è piaciuto. Un consigliere comunale del centrosinistra di Rio dell’Elba, Pino Coluccia, ha parlato di “abuso di potere”. “Nell’ordinanza si parla di assenza di autorizzazione o mancato rispetto di norme igienico-sanitarie o di decoro pubblico — dice Coluccia — ma per questi reati non è previsto un trasferimento invitato o guidato e quando sono altri cittadini a compierli non si mandano via dal territorio, ma si sanzionano». E ancora: “Invece di “invitarli” ad andarsene via, poteva essere trovata una soluzione di permanenza regolata? Non è che sia scattato il tic razzista del pregiudizio verso i rom?”.

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