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Telecom, governo prova a ricucire con la solidarietà espansiva ma arriva in ritardo. E 4mila assunzioni sono a rischio

Il 10 giugno il consiglio dei ministri ha varato la nuova misura che consente di usare i risparmi ottenuti con la decurtazione degli stipendi dei dipendenti per nuovi contratti. Ma secondo il segretario nazionale Slc Cgil il "provvedimento ad aziendam" è superato dai tagli annunciati dal nuovo ad Cattaneo. Molto dipende anche dall'evoluzione della partita banda larga
Telecom, governo prova a ricucire con la solidarietà espansiva ma arriva in ritardo. E 4mila assunzioni sono a rischio
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Avrebbe dovuto portare in dote 4mila assunzioni in Telecom Italia. E, invece, la solidarietà espansiva appena approvata dal governo Renzi arriva troppo tardi rischiando di trasformarsi in un flop. In casa dell’ex monopolista troppe cose sono ormai cambiate e la strategia dell’ex amministratore delegato Marco Patuano è stata in buona parte rivista dal nuovo numero uno Flavio Cattaneo, espressione dell’azionista di riferimento Vincent Bolloré, nonché uomo di fiducia anche della famiglia Berlusconi. “E’ un provvedimento ad aziendam che per giunta arriva anche in ritardo”, ha commentato Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil. “Il provvedimento era atteso dagli ex vertici Telecom. Ora però le cose sono cambiate e non credo sia ritenuto ancora interessante dai nuovi vertici”.

La nuova misura, finalizzata a promuovere l’occupazione fra i più giovani, va infatti a vantaggio delle aziende che prima di gennaio 2016 abbiano già stipulato contratti di solidarietà difensiva. Fra queste, Telecom è senza dubbio la più imponente: il gruppo ha infatti tagliato il monte ore di 30mila lavoratori e sfruttato gli ammortizzatori sociali che compensano in busta paga fino all’80% dell’importo decurtato. Non a caso l’ex ad Patuano aveva spinto molto perché il governo procedesse ad attivare il meccanismo della solidarietà espansiva che consente di utilizzare i risparmi ottenuti con il taglio degli stipendi dei dipendenti per nuove assunzioni. Una soluzione, insomma, che avrebbe consentito all’azienda di svecchiarsi e di acquisire nuove risorse nonostante la solidarietà.

La misura “espansiva”, chiesta un anno fa da Telecom, è arrivata però solo lo scorso 10 giugno, quando ormai era troppo tardi: il nuovo ad Cattaneo è infatti sostanzialmente concentrato sul miliardo di tagli da fare in aggiunta ai 600 milioni previsti da Patuano. Il manager ritiene di poter raggiungere l’obiettivo grazie a miglioramenti di efficienza, taglio di consulenze e rinegoziazioni forniture, ma i sindacati temono, invece, la possibilità di esuberi.

Di certo il futuro di Telecom e dei suoi lavoratori dipenderà anche da come si evolverà la partita sulla banda ultralarga. L’Enel sta per mettere le mani su Metroweb con cui investirà in 250 città nei prossimi 5 anni. Telecom, che pure era interessata all’acquisizione della società controllata da Cdp e F2i, correrà da sola sia nelle aree più urbanizzate che in quelle a fallimento di mercato per le quali il governo ha stanziato fondi pubblici. La partita sta ormai per entrare nel vivo: una manciata di giorni fa la società pubblica Infratel ha pubblicato il primo bando da 1,4 miliardi per sei regioni con scadenza il 18 luglio. L’auspicio del governo è che si parta con i cantieri in autunno dando un impulso all’occupazione nel settore edile e delle telecomunicazioni. Ma fra gli addetti ai lavori c’è già chi segnala il rischio paralisi per via di possibili ricorsi nella battaglia per accaparrarsi i soldi pubblici. Con il risultato di allungare ancora i tempi dello sviluppo della banda ultralarga in Italia, già fanalino di coda in Europa.

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