A Roma comanda Virginia Raggi (M5S), che riassume: “E’ una giornata importante, un momento storico. E’ solo il primo tempo, ci sarà un rush finale, ma è un risultato storico”. Le stesse parole che tornano in mattinata nel post di apertura del blog di Beppe Grillo: “Un risultato storico, cambiamo tutto!”. Segue l’elenco dei comuni e dei risultati a 5 stelle. Con ovvia soddisfazione per Roma, dove il Pd insegue con Giachetti, che, guadagnato un ballottaggio non scontato, non commenterà fino a questo pomeriggio.

A Milano è testa a testa tra il candidato Sala e Parisi, in sorprendente rimonta rispetto alle attese. Parisi si offre alle telecamere sorridente, Sala neppure si vede. Anche lui terrà una conferenza dopo le 11. Mentre si assestano i dati quello netto è che tutte le grandi città vanno al ballottaggio. Con qualche sorpresa e molte incognite. Tra i numeri e le prime, misurate, reazioni s’infilano le coltellate di un centrodestra in frantumi: Matteo Salvini, in particolare, attacca Berlusconi parlando di “suicidio di Forza Italia”, riferendosi a Marchini che ammette la sconfitta. “Mi spiace davvero, di cuore, per la Meloni. Ma lì purtroppo Berlusconi ha sbagliato, guardando al passato” ha detto il leader leghista. “Adesso – ha aggiunto – bisogna ricostruire il centrodestra, ma su nuove basi e non certo sulle poltrone o guardando al passato. Un centrodestra forte, libero e orgoglioso”. Per il resto il leader leghista gioisce dei mali dei democratici: “Renzi esce stra-indebolito dal voto”, ha detto a Radio Padania: “Adesso vinciamo i ballottaggi, poi parte la battaglia per il referendum – ha aggiunto – per cacciare Renzi. Mentre il risultato dei 5 Stelle merita rispetto e andrà analizzato perché loro sono anti-sistema e contro la cricca europea”.

In attesa della conferenza stampa del premier – attesa per mezzogiorno – è toccato invece al vice segretario del Pd Lorenzo Guerini commentare l’altalena di risultati del Partito democratico, dentro a Roma, fuori a Napoli, in testa a Torino e Bologna ma mai vincente per distacco. Per Guerini, quello di Virginia Raggi “è un risultato importate, ma è un caso isolato. In altre realtà il Movimento 5 Stelle non è in partita, e in altre realtà non si è neanche presentato”. Quanto al Pd, “su 1300 e passa comuni al voto, può dire che governerà in almeno 800“. Il vice segretario ha voluto vedere il bicchiere mezzo pieno: “Dai primi dati, la tendenza che arriva è positiva, come a Milano dove Sala è in testa saldamente, Torino dove Fassino è avanti, Bologna e numerosi altri comuni – ha detto – in molte realtà abbiamo dati che esprimono un nostro sindaco già al primo turno, come a Salerno e Caserta”. Più netto e caustico il commento sulla Capitale: “La giunta Marino e le inchieste su Mafia Capitale hanno reso più complicata la situazione”.

ROMA – Come da previsioni, si piazza davanti a tutti la candidata del M5S Virginia Raggi, che tra due settimane potrebbe trovarsi ad affrontare al ballottaggio il candidato del Pd, Roberto Giachetti così come Giorgia Meloni, sostenuta da Fratelli d’Italia e Lega. Fuori dalla corsa, a quanto pare Marchini. A caldo la candidata del M5S ha ostentato indifferenza sullo sfidante atteso tra 15 giorni: “Giachetti o Meloni al ballottaggio? Noi andiamo avanti per la nostra strada”. E ha poi parlato di un giorno “storico” perché “per la prima volta Roma potrà avere un sindaco donna”.

Il più scottato dall’esito, Alfio Marchini, si autoassolve: “E’ evidente che siamo arrivati quarti a queste elezioni e dovremo fare una riflessione rispetto al fatto che forse i nostri elettori non hanno compreso a fondo l’alleanza con i partiti ma dare la colpa ai partiti sarebbe ingeneroso”.

Matteo Salvini ha parlato di “suicidio di Forza Italia”, riferendosi all’exploit di Giorgia Meloni e al flop di Alfio Marchini, sostenuto da Forza Italia. Aggiungendo che a Roma e dove c’è un ballottaggio con il Pd “voterà tutto tranne il Pd”. Livia Turco assessore in pectore al sociale della giunta Giachetti, a chi gli chiede se considera l’eventuale ballottaggio un buon risultato risponde: “Non è che la vicenda di Roma fosse rosea, averci messo la faccia….Io credo che il ballottaggio sia un risultato importante”.

MILANO – Il primo candidato nelle grandi città a commentare i dati parziali è stato stato Stefano Parisi, nel suo comitato elettorale allestito al Marriott hotel a Milano. “C’è una forbice di cinque punti, è presto per dire che sono dati irrecuperabili”, ha detto riferendosi al rivale Giuseppe Sala, candidato del centrosinistra e accreditato come favorito. Cinque punti che a spoglio quasi concluso sono diventati in realtà poco più di uno e avranno fatto ulteriormente sorridere il candidato del centrodestra. In serata Parisi ha colto l’occasione per bastonare il governo per la scarsa affluenza, sorvolando sul fatto che sia il candidato anche di Ncd che ne fa parte. L’affluenza definitiva nel capoluogo è stata del 54,66%, più bassa di 13 punti rispetto al primo turno del 2011. “C’è una gravissima responsabilità da parte del governo. È evidente: ha voluto mettere queste elezioni per non far andare a votare la gente”.

Lo sfidante Sala, arrivato al quartier generale di via Plinio, si è tenuto alla larga dal commento sui dati parziali e in merito all’affluenza ha detto: “Speravo un pochino meglio ma c’è stato un ponte, quindi…”. Anche il candidato dei Cinque Stelle, Gianluca Corrado, ha stigmatizzato la scarsa affluenza. “E’ un dato estremamente negativo il fatto che siano andate a votare poco più della metà dei cittadini di Milano”. “Ha influito molto sull’affluenza la scelta del week end di ponte e la scelta del governo di non estendere al lunedì la possibilità di votare”, ha aggiunto.

TORINO – Anche nel capoluogo piemontese bocche cucite ai comitati. Si profila “un risultato straordinario” ha detto Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S, a Porta a porta riferendosi al ballottaggio certo tra Piero Fassino (Pd) e Chiara Appendino (M5S). Fassino, come del resto Merola, ha ammesso che il risultato dimostra un “affanno del Pd”. L’affluenza alle urne definitiva, alle 23 di oggi, secondo i dati forniti dal Viminale, per elezioni comunali a Torino è al 57,18%. L’affluenza definitiva delle scorse elezioni amministrative, quelle del 15 maggio 2011, era stata del 66,53%. In quel caso, però, si votava anche il lunedì.

BOLOGNA – Nessuna sorpresa a Bologna dove il candidato del centrosinistra Virginio Merola tocca il 40%, praticamente doppiando il candidato della lega Lucia Bergonzoni tallonata da Massimo Bugani dei 5 stelle. Quest’ultimo ha parlato di un “dato eccezionale”. L’affluenza alle urne definitiva, alle 23 di oggi, secondo i dati forniti dal Viminale, per elezioni comunali a Bologna è del 59,72%.

NAPOLI – Nel capoluogo campano Luigi De Magistris è in vantaggio con un grande scarto sul candidato del centrodestra Lettieri. Fuori la Valente (Pd). Ma la guerra tra l’ex magistrato e il Pd prosegue a urne chiuse. “I dati confermano la nostra previsione, de Magistris è il primo sindaco che a Napoli, da quando c’è l’elezione diretta, non viene riconfermato al primo turno ma dovrà andare al ballottaggio”, ha detto il parlamentare Pd Marco Di Lello. Il candidato sindaco del M5S Matteo Brambilla ha confermato che in vista di un ballottaggio il M5s “non darà indicazioni di voto “perché noi abbiamo rispetto dei cittadini, cosa che non ha avuto alcun partito”. E ha parlato di una data storica: “Dopo 11 anni di meetup entriamo finalmente in consiglio comunale”. L’affluenza definitiva si è fermata al 54,14%. Alle scorse elezioni amministrative, quelle del 15 maggio 2011, era stata del 60,33%.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Elezioni amministrative 2016, affluenza definitiva al 62,14 per cento: c’è il calo di cinque punti, ma non il crollo

next
Articolo Successivo

Elezioni amministrative 2016, Bologna: per Merola e Pd il peggior risultato dall’elezione diretta dei sindaci

next