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Austria, il cancelliere Faymann: “Sospeso Schengen: controlli rafforzati”

Secondo il governo di Vienna se l'Unione Europea non riesce a proteggere le frontiere esterne l'accordo decade. Il 4 gennaio misure simili erano state adottate da Svezia e Danimarca
Austria, il cancelliere Faymann: “Sospeso Schengen: controlli rafforzati”
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L’Austria ha deciso di “annullare temporaneamente” le regole di Schengen sulla libera circolazione in Europa e “il controllo delle persone che vengono nel nostro Paese è stato rafforzato”. Lo ha annunciato il cancelliere Werner Faymann in un’intervista al giornale Oesterreich. “E’ esattamente come fa la Germania – ha aggiunto – abbiamo deciso anche di effettuare rimpatri. Chiunqe verrà controllato: chi non ha diritto all’asilo verrà rispedito indietro. Per passare la frontiera occorre una carta di identità valida e si dovrà presentarla su richiesta delle autorità austriache. Se l’Ue non lo fa, non protegge le frontiere esterne di Schengen, ed è l’esistenza stessa dell’accordo a decadere”. Faymann ha inoltre annunciato un cambio al dicastero della Difesa, dove il nuovo ministro sarà Hanspeter Doskozil, fino ad ora capo della polizia.

L’Austria è il terzo paese Ue a sospendere Schengen dall’inizio del 2016. Il 4 gennaio, infatti, prima la Svezia e poi la Danimarca hanno adottato misure simili. Stoccolma ha introdotto contro d’identità a bordo di traghetti, bus e treni ai confini. Inoltre ha deciso di concedere permessi di soggiorno solo temporanei e ha complicato il processo per i ricongiungimenti famigliari. Lo stesso giorno il premier danese Lars Loekke Rasmussen ha annunciato di aver ripristinato i controlli al confine con la Germania.

Il 12 gennaio, invece, lo stesso governo danese ha trovato un accordo con l’opposizione sulla proposta di legge che prevede il sequestro dei beni dei migranti per pagare le spese di accoglienza e il soggiorno nei centri. Esenti dal sequestro solo le fedi nuziali, altri oggetti di valore affettivo e denaro fino a un valore di 10mila corone in contanti. Una misura simile è stata adottata anche in Svizzera dove i rifugiati dovranno consegnare fino a 1000 franchi svizzeri (circa 900 euro) dei loro beni per pagare le spese di accoglienza.

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