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Federico Aldrovandi, la mamma: “I terroristi di Parigi non sono diversi dai poliziotti condannati per la sua morte”

Secondo Patrizia Moretti "entrambi hanno tolto vita e speranze ai giovani”. Lo ha detto durante un incontro pubblico nel centro culturale Mercato di Argenta, in provincia di Ferrara
Federico Aldrovandi, la mamma: “I terroristi di Parigi non sono diversi dai poliziotti condannati per la sua morte”
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“Quelli che hanno sparato a Parigi non sono diversi da quei quattro poliziotti”. Sono le parole che la mamma di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti, pronuncia nel suo intervento a “La storia e il presente”, ciclo di incontri ai quali hanno partecipato protagonisti indiretti di grandi eventi che hanno segnato la storia contemporanea d’Italia, da Claudia Pinelli a Haidi Giuliani, fino appunto a lei, che ha ottenuto la condanna degli uomini in divisa che avevano tolto la vita a suo figlio.

Davanti alla platea, raccolta nel centro culturale Mercato di Argenta, nel basso Ferrarese, la Moretti non fa distinzione tra gli agenti che intervennero in via Ippodromo nel settembre 2005 e i membri del commando jihadista che ha seminato il terrore lo scorso 13 novembre: “Entrambi hanno tolto vita e speranze ai giovani”. Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica Segatto sono condannati a tre anni e mezzo per omicidio colposo nell’ambito di un intervento giudicato legittimo dai giudici che hanno esaminato il caso.

La mamma di Aldrovandi sostiene che “nonostante tutto, nonostante il modo in cui la questura tentò di insabbiare la vicenda, quei quattro non li ho mai odiati”. Li ha invece “subito percepiti come persone estremamente banali, ma questo non li rende meno pericolosi perché non sono in grado di usare l’intelligenza. Ma come per il terrorismo, è importante uscire dalla spirale di violenza e non cedere alla sua logica”.

Patrizia Moretti passa poi a ricordare gli anni successivi a quel 2005, quando iniziò un altro processo, quello del “revisionismo, che mise in discussione quanto scritto dalle sentenze di tre giudici diversi”. Da qui la “rilevanza di questi incontri” perché “il coraggio è importante, anche quello di organizzare questo genere di iniziative, più che mai ora che sta iniziando una nuova fase in cui si mette in discussione anche la verità processuale”.

Una verità altra, una “vera e propria mistificazione” che punta a “dare una connotazione politica ai morti di Stato come Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e lo stesso Federico. Questo viene fatto per fare politica e per distogliere l’attenzione dalla realtà, una realtà di pura e cieca violenza”. Le ultime parole della Moretti suonano come un congedo. “Credo che questa di Argenta sarà l’ultima mia comparsa pubblica, mi riapproprierò del mio ruolo di mamma privata”.

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