Lo Stato entra nel capitale del Monte dei Paschi di Siena con il 4 per cento. Come previsto da tempo il ministero dell’Economia ha ricevuto la partecipazione al posto dei 240 milioni di euro di interessi maturati sui Monti bond nel corso del 2014. L’istituto senese, per onorare gli impegni assunti, ha emesso a favore del Tesoro 117.997.241 azioni ordinarie, pari appunto al 4% della banca. Con questo pagamento Siena mette la parola fine al capitolo degli aiuti pubblici, ricevuti per un ammontare complessivo di 4 miliardi e ormai interamente rimborsati.  Lo stesso non si può chiaramente dire per lo Stato che per effetto di questa partecipazione è diventato il secondo azionista della banca, dietro al fondo Fintech del finanziere messicano David Martinez Guzman che detiene il 4,5 per cento.

La mappa dei soci, che potrebbe ancora subire cambiamenti per effetto della recente sottoscrizione dell’aumento di capitale da 3 miliardi, vede poi tra gli azionisti sopra la soglia del 2% il fondo brasiliano Btg Pactual al 3,13% e il partner assicurativo della banca, Axa, che possiede un altro 3,17 per cento. Sotto la soglia rilevante ci sono poi la Fondazione Mps e l’ex proprietario delle torri di Dmt (oggi Ei Towers), Alessandro Falciai.  La partecipazione in mano al ministero è da ritenersi esclusivamente finanziaria e blindata da un accordo di lock-up che ne vieta la dismissione nell’arco dei prossimi sei mesi. Il ministro Pier Carlo Padoan ha più volte cercato di rassicurare i contribuenti sostenendo che Mps non ha più bisogno di aiuti di Stato e che Via XX settembre intende uscire dall’azionariato del Monte “in modo morbido, prevedibile e sicuro per tutte le parti coinvolte”. Un’occasione potrebbe arrivare dalla riforma delle banche popolari e un aggiornamento è atteso per venerdì prossimo quando si riunirà il cda dell’istituto che dovrebbe aprire ufficialmente il discorso aggregazioni dichiarandosi pronta a ricevere le manifestazioni d’interesse dei potenziali acquirenti.

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