L’Aula della Camera ha respinto tutte le mozioni di censura contro il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, coinvolto nell’inchiesta di Mafia capitale e in particolare nelle indagini sul Centro di accoglienza di Mineo, in Sicilia. Nello specifico la mozione del Movimento Cinque Stelle ha avuto 108 voti favorevoli e 304 contrari; quella di Sel 92 sì e 303 no; infine la mozione targata Lega Nord ha avuto 86 voti favorevoli e 306 contrari. Il Pd, seguendo le indicazioni del capogruppo Ettore Rosato, ha votato contro tutte le mozioni: “La posizione della mera notizia dell’esistenza di indagini non può essere motivo di sfiducia” ha spiegato in Aula il democratico (ex montiano) Andrea Romano. “Oggi – ha detto Romano – non siamo chiamati a esprimere un verdetto giudiziario, né un giudizio di moralità, né un giudizio sul curriculum del collega. La valutazione del Pd è di non frapporre alcun ostacolo al lavoro della magistratura e di valutare se le funzioni di sottosegretario siano indebolite dallo svolgimento dell’indagine. Ci troviamo a discutere e valutare l’esistenza di limiti che possono rendere inefficace l’operato di Castiglione nel governo”. Limiti, a detta del Pd, attualmente inesistenti. 

M5s e Sel: “Il Pd lo salva per salvare il governo”
Protestano i parlamentari del Movimento Cinque Stelle: “Per salvare Castiglione – scrive su Twitter Alessandro Di Battista – (e quindi Alfano) il Pd ha sotterrato la questione morale. Sono passati da Berlinguer a Carminati”. Il sottosegretario di Ncd “salvato dalla casta politica – aggiunge Danilo Toninelli – Ritornano le larghe intese dell’impunità di Pd e Fi”. “Il Pd salva gli attori di mafia capitale” aggiunge Carlo Sibilia, che posta il video del momento del voto ripreso con un telefonino in Aula. “Sfiducia Castiglione – scrive Loretta Lorefice – Buzzi disse: ‘Mi ci dovete far pensare un attimo… Perché su Mineo casca il governo’. Voto contrario alla nostra mozione”. A commentare il voto anche il leader Beppe Grillo che, ancora su Twitter, definisce il Pd e il resto della maggioranza “garanti del malaffare”.

“Il Pd – dichiara il capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto – salva Castiglione per salvare il governo. Lo fa ignorando il lavoro della magistratura che sta squarciando il velo di un sistema affaristico sull’utilizzo criminale di risorse pubbliche destinate all’accoglienza dei richiedenti asilo”. “Una vergogna – aggiunge – che contribuirà ulteriormente a rafforzare il populismo di chi specula sulla pelle dei migranti e dei richiedenti asilo. Tutto questo perché il partito di Alfano, di cui Castiglione è il plenipotenziario per la Sicilia, è uno degli azionisti di maggioranza del governo Renzi”. 

Le accuse al sottosegretario
Da marzo il nome di Castiglione è finito iscritto sul registro degli indagati della procura di Catania: il reato contestato è turbativa d’asta e s’inserisce nella complessa inchiesta sull’appalto da quasi 100 milioni di euro per la gestione del Cara di Mineo. Un’indagine che nasce da Mafia Capitale che da Roma arriva a svelare la rete di rapporti sorti intorno agli affari del centro richiedenti asilo in provincia di Catania. Prima di essere nominato sottosegretario, infatti, Castiglione era il presidente della provincia etnea e quindi ricopriva il ruolo di soggetto attuatore del centro richiedenti asilo più grande d’Europa, ora commissariato dalla prefettura, dopo che il presidente dell’Anticorruzione Cantone aveva bollato quella gara d’appalto come “illegittima”. Era stato Castiglione nel 2012 a volere Luca Odevaine – tra i primi arrestati per Mafia Capitale – come consulente del centro richiedenti asilo (incarico poi rinnovato nel tempo fino all’arresto dell’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni) e secondo le intercettazioni del Ros dei carabinieri era stato sempre il luogotenente di Alfano a portare a pranzo l’uomo di Mafia Capitale e a fargli capire chi doveva vincere la gara d’appalto per il Cara. “Praticamente arrivai a capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara”, dice Odevaine intercettato, che in un’altra occasione traccia questo ritratto dell’esponente di Ncd. “Castiglione fa il sottosegretario, però è il loro principale referente in Sicilia, cioè quello che poi gli porta i voti, perché poi i voti loro li hanno tutti in Sicilia”.

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