Sarà che Carlo Cracco, dall’ex convento dell’Annunciata di Abbiategrasso, è rimasto davvero colpito. Sarà che lo chef non s’è curato delle polemiche scoppiate quando il comune in provincia di Milano gli ha concesso quegli spazi quattrocenteschi in comodato d’uso gratuito per un anno. Fatto sta che in alcune dichiarazioni pubbliche Cracco si è mostrato certo di una cosa: dopo questa prima stagione di eventi, all’Annunciata verrà inaugurata la sua accademia di alta cucina. C’è un problema però: il bando per l’assegnazione definitiva dell’ex convento in realtà è stato sospeso a inizio anno dalla giunta guidata dal sindaco del Pd Pierluigi Arrara. “Come fa Cracco a essere così certo che potrà aprire lì la sua scuola?”, si chiede Domenico Finiguerra, consigliere comunale della lista d’opposizione Cambiamo Abbiategrasso. E sulla vicenda sono partite altre polemiche. Oltre a una segnalazione all’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone firmata dal consigliere regionale del M5S Stefano Buffagni.

L’inizio della vicenda risale a più di un anno fa, quando il comune di Abbiategrasso ha avviato una procedura di evidenza pubblica per l’affidamento in concessione dell’ex convento dell’Annunciata, da poco oggetto di un restauro costato alle casse pubbliche 11 milioni di euro. A manifestare interesse si è presentata solo la società dello chef, la Cracco Investimenti srl. Ma secondo l’interrogazione presentata lo scorso dicembre da Finiguerra non poteva che essere così: i requisiti del bando, la cui stesura è stata affidata a un legale esterno al comune per 12mila euro, erano infatti piuttosto stringenti. Tra le altre cose, era richiesto un fatturato di 7 milioni di euro negli ultimi tre esercizi, l’essere titolare di un contratto di consulenza per l’area food da almeno 120mila euro, avere due stelle Michelin, due forchette del Gambero Rosso, tre cappelli dell’Espresso ed essersi posizionato per quattro anni tra i primi 50 ristoranti al mondo della classifica San Pellegrino. “Le condizioni poste dal bando – sostiene Finiguerra – hanno escluso altre eccellenze del territorio, con requisiti che hanno limitato di fatto la concorrenza e reso oggettivamente difficile la partecipazione alla selezione da parte di altri soggetti oltre la società di Cracco”. L’interrogazione sottolineava poi che un accordo di programma ancora in vigore destina l’ex convento ad attività universitarie e museali. Prima dell’apertura di una scuola d’alta cucina, insomma, c’è bisogno di una modifica dell’accordo di programma e dell’ok della Soprintendenza per i beni architettonici.

Conseguenza dell’interrogazione? A gennaio la giunta del sindaco Arrara ha sospeso il bando, affidando però l’Annunciata a Cracco in comodato d’uso gratuito per un anno. Da lì le polemiche. Destinate a continuare, visto che lo chef in più di un’occasione si è mostrato certo che l’accademia si farà. Finiguerra ha così depositato una mozione per revocare del tutto il bando. Il consigliere regionale Buffagni ha segnalato il tutto all’Anac: “Non comprendiamo – dice – perché si debba strutturare un bando di gara che pare disegnato ad hoc. Se si ritiene il progetto di Cracco una unicità, il codice degli appalti permette anche l’assegnazione diretta con determinati presupposti. Che la politica se ne assuma però la responsabilità, senza tentare di eludere la normativa”. Dal canto suo il sindaco non vuole anticipare se il bando verrà modificato o meno, ma ammette: “Non vogliamo che vi partecipi chiunque. Se c’è un riscontro da parte di un soggetto di alto livello, bene. Se no ci riflettiamo, perché il convento è un patrimonio importante. In ogni caso sul futuro dell’Annunciata per il momento non c’è alcun accordo”. Da dove viene allora la sicurezza di Cracco? “Che questo sia il suo obiettivo è vero – risponde Arrara -. Ma non è detto che riesca a raggiungerlo”.

@gigi_gno
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