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Elezioni Sardegna, al candidato arrestato subentra la moglie. E diventa sindaco

Flavia Loche, consorte dell’ex primo cittadino implicato nella maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti pilotati, diventa sindaco di Tonara. Ce la fa anche Francesca Barracciu: il sottosegretario alla Cultura, indagata per peculato, viene eletta ma in minoranza, perché la sua lista ha perso
Elezioni Sardegna, al candidato arrestato subentra la moglie. E diventa sindaco
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Cavallo cambiato di corsa, e all’ultimo momento, vince lo stesso. Nel centro Sardegna, nel piccolo paese di Tonara, il primo cittadino è Flavia Loche: preside, 41 anni, poca esperienza politica, ma soprattutto moglie dell’ex primo cittadino. Un nome che si è rivelato di buon auspicio ed è stato scelto al posto di quello del consorte che avrebbe guidato la stessa lista civica, Po Tonara Sempere. Poi l’imprevisto: a fine aprile si è trovato implicato nella maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti pilotati in tutta l’Isola. Quindi l’arresto proprio a ridosso della data prevista per la presentazione delle liste, e la sostituzione. Dieci giorni dopo l’interessato, Pierpaolo Sau, è uscito dal carcere, si è dimesso e ha rinunciato alla candidatura, quindi ecco il via alla campagna elettorale tra i veleni e le ombre. Una certezza: rigettare tutte le accuse di malaffare, Sau ha infatti ammesso di aver avuto legami con quello che è ritenuto capo della presunta cupola, l’ingegnere Tore Pinna da Desulo, ma di aver agito per il bene del paese, senza alcun guadagno personale. Quel nome era il certificato di garanzia per ottenere i finanziamenti regionali.

Sullo sfondo, quindi, i cantieri e gli affidamenti considerati poco trasparenti. Poche parole di commento affidate a Facebook e sguardo in avanti per il neo-primo cittadino Loche che ha trionfato con il 53,23 per cento (appena 688 voti) sull’altra candidata Sebastiana Porru, alla guida di una lista civica di centrosinistra. In tutto il 3% di schede nulle. Ringrazia il paese il nuovo sindaco e aggiunge: “Ad Maiora”, seguono messaggi di sostegno. Un risultato arrivato già nel primo giorno di voto, uno scrutinio veloce con verdetto immediato. Al voto anche altri paesi, in Barbagia – nel Nuorese – travolti dalla stessa inchiesta ribattezzata dai giornali Sindacopoli, anche se la rete vastissima di indagati, è costituita soprattutto da amministratori a vario titolo e professionisti. Stesso copione a Belvì: arrestato il sindaco, già pronto per la corsa al bis, si candida il suo vice, e vince. In lista per un posto da consigliere anche il fratello dell’ex primo cittadino, Rinaldo Arangino (Forza Italia) – ora ai domiciliari- con alcuni incarichi anche in Regione.

Ce l’ha fatta anche il sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu: è consigliere comunale, ma in quota minoranza. Ossia: niente da fare per la lista da lei sostenuta nel suo paese natale, Sorgono, sempre in provincia di Nuoro, ma il numero di preferenze raccolte – superiore al 20% – le permette di entrare nell’assemblea cittadina. Profilo riservato sui social network per l’ex eurodeputata del Pd: alle spalle polemiche furiose con chi le ha chiesto di farsi da parte in quanto indagata per peculato (insieme ad altre decine di ex o attuali Onorevoli) nell’ambito di un’inchiesta ai fondi ai gruppi in Consiglio regionale. Un avviso di garanzia che le costò la candidatura alle Regionali 2014, guadagnata con le primarie del centrosinistra.

Amministrative sarde chiuse, dunque – eccetto ballottaggi – tra l’inchiesta che ha scosso molte amministrazioni con l’accusa di associazione a delinquere e la piaga degli attentati ai rappresentanti pubblici. Nell’ultima settimana quasi un episodio al giorno: minacce di morte, ordigni e auto in fiamme. Non è un caso che in due micro Comuni tra Sassari e Nuoro arriverà il commissario: niente liste, niente elezioni. Succede ad Anela e Austis, nemmeno 1500 abitanti in due.

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