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Mayweather vs Pacquiao, lo statunitense dice no a un’altra sfida: “È un codardo”

La sfida di boxe "più ricca del mondo" è stata compromessa da un infortunio alla spalla di Manny, uscito perdente dal match, il cui "rendimento è stato influenzato dal problema", come ammesso dal suo team. Lo statunitense aveva accettato un altro match a distanza di un anno, ma ora dice: "È un vigliacco. Se perdi devi accettarlo"
Mayweather vs Pacquiao, lo statunitense dice no a un’altra sfida: “È un codardo”
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Il pugile statunitense Floyd Mayweather ha cambiato idea e non vuole più concedere una nuova sfida a Manny Pacquiao, il pugile filippino battuto in quella che è stata definita “la sfida del secolo”. “È un perdente e un codardo“, ha detto Mayweather, campione imbattuto dei pesi welter, in un’intervista a Showtime che andrà in onda sabato 9 maggio e di cui è stato reso noto un estratto.

Mayweather ha negato che l’infortunio alla spalla destra di Pacquiao – per il quale è stato operato con prognosi di 9-12 mesi – abbia influenzato la sua performance nell’incontro più ricco della storia della boxe, in cui il filippino ha dato meno colpi del solito. Pacquiao ha infatti sostenuto che nella terza ripresa ha sentito il riacutizzarsi dell’infortunio alla spalla subito due settimane e mezzo prima. “Scuse, scuse, scuse – ha commentato Mayweather -, è stato veloce, la mano sinistra è stata veloce, la destra è stata veloce, ha lanciato i pugni con entrambe le mani con forza e velocità”. Dopo l’incontro Mayweather aveva detto che sarebbe stato disposto a concedere la rivincita a Pacquiao entro un anno, tempo stimato per il completo recupero del filippino, ma ora ha deciso di fare dietrofront: “Ho cambiato idea. In questo momento non voglio, perché è un perdente e un vigliacco. Se perdi, devi accettarlo e dire ‘Mayweather, sei stato il migliore'”. E ha aggiunto: “Ha perso, sa che ha perso, ha perso il rispetto che avevo per lui dopo tutto questo”.

Il pugile statunitense smentisce così in parte anche l’attacco che Mike Tyson aveva rivolto a lui e a Pacquaio, definendoli “uomini d’affari” perché si erano fatti fotografare insieme prima del match. “Sembrava che fossero non in una chiesa, ma in una biblioteca – aveva detto dei due l’ex campione dei pesi massimi e leggenda della boxe -, forse io sono un uomo di Neanderthal, ma ho sempre voluto uccidere il mio avversario“.

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