Fu una spedizione punitiva della camorra, la vendetta di un boss. E in quel raid nel campo nomadi di Secondigliano, era il giugno del 2004, a pagare per un furto, messo a segno da altri, furono due innocenti. Oggi cinque uomini ritenuti affiliate al clan Mazzarella di piazza Mercato, a Napoli, sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli perché ritenuti responsabili di quattro omicidi, tra cui quelli di Mirko e Goran Radosavljevic di 19 e 22 anni. I killer volevano soddisfare il desiderio di rivalsa del boss Franco Mazzarella che poco prima aveva subito un furto in casa mentre era ai domiciliari.

A mettere a segno il colpo furono due rom ignari del fatto di avere preso di mira “la casa sbagliata”.  Gli assassini scelsero a caso due persone e le giustiziarono. Ad assistere all’omicidio una una bambina e di un ragazzo di 11 anni. Subito dopo il raid si ipotizzò che i due ragazzi avevano compiuto uno sgarro ed erano stati puniti forse per qualche furto ai danni di ”intoccabili” o loro amici. L’azione era stata pianificata nei minimi dettagli: sentinelle sui motorini avevano a lungo studiato la situazione, poi erano arrivate due auto, di cui una faceva da scudo.

Il gruppo di fuoco, finito in manette, è ritenuto responsabile anche di altri due omicidi, quello di Francesco Ferrone, avvenuto il 3 febbraio del 2004 e quello di Antonio Scafaro, avvenuto il 6 marzo del 2005. A fare luce sui quattro assassinii hanno contribuito alcuni collaboratori di giustizia, ex esponenti di rilievo del clan Mazzarella

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