La Banca d’Italia scoraggia le banche e gli altri intermediari vigilati dall’acquistare, detenere o vendere valute virtuali come il Bitcoin. Lo riporta il bollettino di vigilanza di gennaio, in cui si sottolinea che su questo tema Bankitalia condivide l’opinione dell’Eba (European Banking Authority) che aveva già messo in guardia sulle valute virtuali, pubblicando un suo parere a luglio scorso. “Gli intermediari vigilati dalla Banca d’Italia vanno quindi invitati a valutare con attenzione i rischi indicati dall’Eba e a considerare che in assenza di adeguati presidi e di un quadro legale certo circa la natura giuridica delle valute virtuali, quei rischi possono esporre a perdite e inficiare, di conseguenza, la consistenza del patrimonio di vigilanza e la stabilità stessa degli intermediari”, avverte Via Nazionale, evidenziando che “le concrete modalità di funzionamento degli schemi di valuta virtuale possono integrare, nell’ordinamento nazionale, la violazione di disposizioni normative, penalmente sanzionate”. Secondo Geronimo Emili, presidente di CashlessWay, la prima associazione nata per diffondere la cultura digitale dei pagamenti, la posizione di Bankitalia “può apparire un duro colpo al Bitcoin ma è una posizione obbligata in virtù del fatto che vi è un’assenza di regole tale che i vantaggi offerti dalle monete matematiche diventano nulli di fronte ai rischi”. Emili auspica quindi quindi che “il dibattito da organi di vigilanza e legislatore aumenti al fine di identificare quelle regole in grado di rendere il Bitcoin affidabile e sicuro per il mercato”.

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Banche, al via le nuove regole di Basilea sulla trasparenza dei rischi

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