“Abbiamo chiuso il bilancio 2013 in modo estremamente positivo nonostante la crisi che attraversa il nostro Paese… l’anno con i risultati economici e occupazionali migliori della nostra storia”. Suonano beffarde, adesso, le parole di Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa sociale 29 giugno, all’ultima assemblea dei soci. Un bilancio sociale spettacolare, quello presentato ai soci lo scorso 29 maggio: il fatturato di gruppo ha superato nel 2013 i 50 milioni di euro con un incremento del 21% sul 2012, il margine operativo ha sfiorato i 3 milioni con un progresso addirittura del 48% e l’utile è stato di oltre 1 milione contro i 315mila euro del 2012. Il patrimonio è aumentato del 20%, gli occupati sfondano il tetto delle 1.000 unità. Un vero e proprio Eden dell’economia sociale, nemmeno lontanamente toccato dalle sofferenze che affliggono la stragrande maggioranza delle cooperative italiane.

Vent’anni di crescita, ma il vero salto dopo il 2007 – La 29 giugno nasce esattamente vent’anni fa, ma nel primo decennio di vita i ricavi aumentano in modo abbastanza graduale. Nel 2007 c’è il primo salto di qualità, con una crescita superiore al 25%, ma è nel 2011 che la cooperativa, diventata ormai un imponente gruppo di imprese, spicca veramente il volo, passando da 26 a 36 milioni di euro e finalmente arrivando nel 2013 al raddoppio sul 2010. E l’insediamento a Roma della giunta di centrodestra guidata da Gianni Alemanno, nel 2008, ha spinto la corsa di Buzzi, come confermano i carabinieri del Ros in una informativa alla procura di Roma. “Mentre dal 1987 al 2003 – si legge nel documento – risultano registrati appalti di modeste entità aggiudicati presso diversi comuni del Lazio, di cui solo alcuni assegnati dal comune di Roma o sue partecipate, dopo il 2005 si ha invece la crescita progressiva del fatturato proveniente dall’amministrazione capitolina, indipendentemente dal cambiamento della relativa guida politica. L’apice si tocca nel settembre 2008 con un appalto alla Cooperativa 29 giugno da oltre 1,2 milioni di euro”.

Anni d’oro in un momento di drastici tagli al welfare – Gli anni d’oro della 29 giugno fanno tanto più pensare in quanto coincidono con la drastica riduzione delle risorse pubbliche al welfare: il Fondo nazionale delle politiche sociali, pari a 1,5 miliardi di euro nel 2008, è sceso nel 2012 a 42,9 milioni di euro. Nello stesso periodo la quota del fondo distribuita alle Regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, 656,4 milioni, è scesa progressivamente fino ad arrivare a 10,8 milioni nel 2012. Il Fondo per la non autosufficienza introdotto nel 2008 è stato azzerato nel 2011 ed è stato rifinanziato nel 2013 solo con 275 milioni di euro. Tutti tagli che hanno inciso pesantemente sulle cooperative sociali sane e realmente impegnate nell’assistenza ai più deboli. Cosa che non pare essere l’attività prevalente della 29 Giugno e partecipate. Infatti, nonostante il bilancio dedichi pochissimo spazio al dettaglio delle attività svolte, a ben guardare si scopre che la società si occupa prevalentemente di raccolta rifiuti, pulizie e portineria, che non sono propriamente a vocazione sociale.

Il parere di un esperto di revisione contabile – Secondo un revisore dei conti esperto di onlus che desidera rimanere anonimo, le stranezze del bilancio di 29 giugno sono notevoli. Cominciamo con l’identità di “gruppo”. Nel mondo delle imprese il gruppo è quello che fa capo a un soggetto controllante, ed è normato in modo complesso (ci sono ad esempio obblighi relativi al bilancio consolidato). La legge italiana non prevede il gruppo di cooperative ma solo il “gruppo paritetico di cooperative” che però non risulta da nessuna parte nei documenti ufficiali. Passiamo agli utili. Nel bilancio vengono indicati valori molto alti di margine operativo lordo (Mol), sintomo di una redditività difficilmente riscontrabile nel mondo della cooperazione sociale proprio per la natura di servizio alla comunità che queste imprese svolgono.
Infine, nella descrizione delle attività, i servizi di gestione del verde vengono presentati come quelli in cui si sostanzia il reinserimento dei soggetti svantaggiati, ma la cooperativa sociale onlus 29 giugno ha un fatturato ben maggiore della somma dei lavori sul verde, perché si occupa prevalentemente di raccolta rifiuti, pulizie e servizi di portineria. Peccato che in questi settori i soggetti svantaggiati non siano solitamente impiegati. Oltretutto, la maggioranza schiacciante delle attività di 29 giugno sono state aggiudicate mediante gara normale e non con gare riservate a cooperative sociali. Emerge insomma il paradosso di una cooperativa sociale che riesce a sviluppare attività assolutamente concorrenziali con il mondo della cooperazione normale e addirittura con il mondo delle imprese. E’ quindi un miracolo di efficienza, a meno che questo exploit non sia dovuto a fattori diversi e non conosciuti.

di Ida Cappiello

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