Ancora, anzi spesso, mi capita di sentire amiche che raccontano storie di rapporti occasionali qui e là – perfetti per aiutare la sopravvivenza, che la vita mica è tanto facile – ma sempre senza preservativo. “Lui non lo voleva” è la risposta unanime quando chiedo loro se l’odiata protezione è stata usata.

Nella giornata mondiale contro l’Aids, mentre leggo i dati che raccontano, ormai è un dato acquisito da qualche anno, di come le nuove infezioni arrivino ormai tramite rapporti eterosessuali occasionali, mi chiedo perché noi donne siamo sprofondate così in basso nella difesa di noi stesse e dei nostri desideri da non avere neanche il coraggio di chiedere il preservativo. E accettare questa forma invisibile, sottile eppure tale, di violenza, senza neanche chiedere a lui le ragioni di questa avversione.

Condom

Ragioni che secondo me non sono solo dovute al fatto che con il condom il piacere è attutito, perché lo stesso vale per noi, che pure il problema ce lo poniamo più degli uomini (a quanto ho avuto modo di osservare). C’è una ragione psicologica più profonda, che sta, secondo me, nel piacere di un possesso completo. Non voglio giudicare a priori negativamente questo desiderio, perché credo che in esso ci sia anche, in parte, il residuo di un ideale romantico di fusione totale. Ma c’è anche, per quello che posso percepire, anche una fantasia di conquista, di avere la donna completamente, totalmente, propria durante un rapporto sessuale.

Un male? Un bene? Se ne può discutere, ma nel frattempo usando il preservativo, perché i dati sono dati e non opinioni e il desiderio di fusione espresso attraverso un comportamento pericoloso rischia di perdere qualsiasi lato sentimentale, mostrandosi soprattutto per quello che è: un sopruso.

Non amo l’eccesso di politicamente corretto nei rapporti sentimentali, mi piace anche la rottura delle convenzioni, così come il comportamento che, pur se non formalmente eccepibile, rivela passione, fantasia, rottura dei cliché. Ma non riesco a vedere il mancato uso del preservativo sotto questa luce, perché l’amore che mettere a rischio la salute non mi interessa, visto che preclude la mia possibilità di amare in futuro. Sono certa che le donne che accettano passivamente di non usarlo non vivano davvero il piacere fino in fondo, perché senza protezione, specie quando i rapporti sono occasionali, resta sempre un punto interrogativo, un senso di angoscia sottile, la percezione che in quel modo di vivere il piacere c’è qualcosa di sbagliato.

Faccio un appello rovesciato, allora, soprattutto alle donne, e specie alle giovanissime: il preservativo chiedetelo, anzi datelo proprio per scontato, ironizzando su chi non si pone neanche il problema. E magari, anche, fatelo pagare a lui, perché quando siamo noi a usare la pillola andiamo dalla ginecologa e la prendiamo in farmacia. Dunque non si tratta niente di più che di parità (che poi i condom costino tantissimo questa è un’altra storia). No preservativo? No party. Altrove è un collegamento banale, portiamo un po’ di Europa nelle nostre camere da letto rassicurando i primitivi latin lover che no, non perderanno né virilità né piacere. E che anzi solo in quel modo avranno il nostro completo, e piacevole, abbandono.

Articolo Precedente

Endometriosi: un’analisi del sangue per la diagnosi precoce

next
Articolo Successivo

Facebook e il caso Cosimo Pagnani, dove sta realmente il patologico

next