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Isis, “decapitato in Siria l’ostaggio americano Peter Kassig”. Diffuso video

L'uomo, 26 anni, si era convertito all'Islam. Era stato rapito l'1 ottobre in Siria, dove lavorava come operatore umanitario. Due giorni dopo, nel video che mostrava l'uccisione di Alan Henning, il gruppo jihadista aveva annunciato che la prossima vittima sarebbe stato lui
Isis, “decapitato in Siria l’ostaggio americano Peter Kassig”. Diffuso video
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L’ostaggio americano Peter Kassig è stato decapitato dall’Isis. Il gruppo jihadista lo ha annunciato con un nuovo video in cui si mostra l’uccisione, avvenuta in Siria. Nel video, postato su diversi siti e social network, si vede la decapitazione di massa di un gruppo di soldati siriani. Alla fine compare un militante vestito di nero, con il volto coperto, in piedi davanti a una serie di teste tagliate tra cui sostiene che ci sia anche quella del 26enne americano. Le autorità americane hanno visionato il filmato e hanno confermato che la testa mostrata da John il jihadista è quella di Peter Kassig. 

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Kassig si era convertito all’Islam prendendo il nome di Abdul Rahman/Peter. Era stato rapito l’1 ottobre mentre si trovava in Siria dove lavorava come operatore umanitario. Ex ranger, dopo aver intrapreso corsi per diventare assistente medico, si era trasferito in Libano, dove aveva fondato l’organizzazione no profit Special emergency response and assistance. Il 3 ottobre, dopo la decapitazione del quinto ostaggio, il britannico Alan Henning, i terroristi avevano annunciato che la vittima successiva sarebbe stato appunto Kassig, che veniva mostrato nel video con addosso la tuta arancione simile a quella dei prigionieri di Guantanamo, inginocchiato accanto al boia.

Poco dopo la famiglia di Kassig aveva diffuso un video su YouTube per chiedere ai rapitori di liberarlo. Il 9 ottobre, poi, la madre aveva affidato a Twitter un messaggio indirizzato al leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi: “Sto cercando di entrare in contatto con lo stato Islamico”, aveva scritto, “per sapere del destino di mio figlio. Mio marito e io siamo da soli, non abbiamo alcun aiuto dal governo, vorremmo parlare con voi, come possiamo fare?”. A inizio novembre diversi amici siriani del cooperante si erano riuniti a Tripoli, nel nord del Libano, dove hanno tenuto una conferenza stampa per chiedere il suo rilascio.

Intanto la stampa britannica riporta, citando diverse fonti, che “John il jihadista“, il militante britannico dello Stato Islamico che sarebbe responsabile della decapitazione dei giornalisti Usa James Foley e Steven Sotloff, è stato ferito in un raid aereo Usa. Il boia, che nei video delle uccisioni si esprime con forte accento inglese, sarebbe stato colpito mentre partecipava a una riunione dei leader del gruppo terrorista in una città irachena, vicino al confine con la Siria la scorsa settimana. Ma il ministero degli Affari esteri britannico non ha confermato l’informazione.

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