Maggioranza spaccata sulla responsabilità civile dei magistrati, in discussione alla Commissione giustizia del Senato, e alla fine l’emendamento del governo viene accantonato anche per il favore favorevole del Movimento 5 stelle. Tema del contendere, una modifica del governo che propone la non responsabilità dei magistrati nel caso in cui, in una sentenza, condannino l’imputato con un’interpretazione di una norma difforme da quella già fornita dalle Sezioni Unite della Cassazione, senza illustrare un’adeguata motivazione. L’Ncd si è detto contrario, così come il senatore Psi Enrico Buemi, anche lui in maggioranza e relatore del provvedimento uscito dal consiglio dei ministri del 29 agosto, ma spesso in contrasto sui temi della giustizia. Sulla votazione vera e propria all’emendamento nel corso della serata è emerso anche un piccolo ‘giallo’. Secondo fonti parlamentari il subemendamento Caliendo sarebbe stato infatti concretamente bocciato con l’aiuto di M5s ma, secondo quanto si è appreso successivamente la votazione non sarebbe avvenuta e la proposta di modifica sarebbe stata accantonata prima della sospensione di circa trenta minuti dei lavori. La Commissione ha poi ripreso l’esame degli emendamenti nel tentativo di giungere entro questa notte a un testo condiviso

A quanto si era appreso in un primo momento, avrebbero votato a favore della proposta – nonostante il no del Pd e dell’esecutivo – Ncd e Scelta civica, oltre che alla Lega. Quindi la maggioranza sarebbe stata raggiunta con i voti dei senatori M5s. A favore i senatori Pd Rosaria Capacchione, Giuseppe Lumia, Bachisio Silvio Lai, Rossana Filippin, Sergio Lo Giudice, Giuseppe Cucca, Mara Valdinosi e Giorgio Pagliari. Dei 5 stelle – viene riferito – dovrebbero aver votato a favore i senatori Mario Giarrusso, Maurizio Buccarella, Enrico Cappelletti e la ex M5s Maria Mussini.

La questione appare tecnica, ma è di rilievo. E’ emersa per esempio nel processo Ruby contro Silvio Berlusconi: dopo la sentenza di primo grado che condannava l’ex premier, le sezioni unite avevano fornito la loro interpretazione sul nuovo reato “spacchettatto” di concussione, introdotto nel 2012. In quel caso, però, i giudici di appello ne hanno tenuto conto, assolvendolo.

“In noi non vi sono atteggiamenti punitivi – spiega in una nota il capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi -tanto che abbiamo sempre condiviso la tesi di una limitata responsabilità civile indiretta, fermi restando i profili di quella contabile”. Tuttavia – continua – Ncd ritiene “che la richiesta di una adeguata motivazione nei casi di evidente scostamento dalla giurisprudenza della Cassazione costituisca motivo di trasparenza e di responsabilità. Non sarebbe certo utile una divisione nella maggioranza e l’eventuale costituirsi di maggioranze spurie nella più che sensibile delicata materia della giustizia”.

L’emendamento Barani: “I magistrati che sbagliano devono chiedere scusa nella piazza principale della città”

Sulla stessa linea il realatore Buemi. L’obbligo di motivazione per i giudici che si discostino dalle sentenze delle Sezioni Unite è “un diritto del cittadino, che deve sapere quale sia l’innovazione” apportata dal giudice con la sua sentenza difforme. L’esponente del Psi sottolinea di aver mantenuto il subemendamento all’emendamento del governo che cancella l’obbligo di motivazione. E pronta a votare la modifica, oltre a Psi ed Ncd, anche Scelta civica.

In assenza di un accordo di maggioranza,  i lavori della commissione sono stati sospesi e rinviati in serata, successivamente al voto di fiducia sul dl Sblocca Italia, come da richiesta della senatrice ex M5S Maria Mussini visto l’imminente inizio della discussione sul voto di fiducia allo Sblocca Italia in Aula. E nella seduta notturna si è formata una maggioranza inedita con l’M5S.

“Vedremo, ma credo ci siano le condizioni per evitarlo”, ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, presente in Commissione, interpellato sulla possibilità che il governo possa procedere con un decreto viste le frizioni in maggioranza. “C’è già una calendarizzazione per l’Aula e questo rappresenta un elemento di garanzia”, ha aggiunto il ministro.

Nel corso del dibattito in aula sono emerse anche posizioni originali, come quella di Lucio Barani (Gal) Nei casi di colpa grave per “violazione manifesta” della legge, il magistrato dovrà entro 30 giorni “chiedere pubbliche scuse al danneggiato nella piazza principale della città dove ha sede il tribunale di appartenenza”. Il testo dovrà essere esaminato dalla commissione.

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