Alla fine non ce l’ha fatta a sostenere lo sguardo dei suoi. Così Raffaele Bonanni ha preferito dimettersi da direttore del Centro Studi della Cisl con una lettera alla neo-segretaria generale, Annamaria Furlan. “Mi dimetto – scrive Bonanni – con lo scopo di mettere fine alle polemiche sulla pensione e per evitare che le notizie uscite in questi giorni abbiano ripercussioni negative per l’organizzazione”. Furlan ha comunicato in tempi rapidissimi la notizia a tutte le strutture dell’organizzazione che da diversi giorni sono in subbuglio per la notizia pubblicata dal Fatto quotidiano. Il nostro giornale, infatti, aveva pubblicato il 29 ottobre la notizia del super-stipendio dell’ex segretario della Cisl: 336 mila euro dichiarati nel 2011 come compenso da retribuzione e come tale dichiarato all’Inps. Reddito rialzato improvvisamente negli anni in cui Bonanni ha ricoperto l’incarico da segretario generale e che ha contribuito non poco a procurargli una pensione di 5.122 euro netti mensili come lo stesso Bonanni ha confermato in una lettera al Fatto.

La notizia ha creato molto turbamento all’interno della Cisl con una sorta di rivolta silenziosa da parte delle strutture periferiche e di base. Ci sono dirigenti che hanno chiaramente posto la questione degli incarichi a Bonanni e della necessità per la Cisl di distinguere la propria immagine da quella dell’ex segretario. Fino alla richiesta di lasciare la direzione del Centro studi a cui, peraltro, Bonanni teneva moltissimo. Fondata nel 1951, la struttura di Fiesole, in provincia di Firenze, ha rappresentato un fiore all’occhiello della politica del sindacato cattolico rivolta ai propri quadri sindacali. Per Bonanni, inoltre, rappresentava un’agile collocazione per continuare a svolgere un ruolo nel sindacato e continuare ad ambire a eventuali incarichi in altre istituzioni, comprese quelle politiche. Ieri, però, le dimissioni. Dal Centro studi e da qualsiasi altro ruolo interno alla Cisl. Che, per il momento, ringrazia.
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